LA CONFERENZA STAMPA ODIERNA
11:20 – Sticchi Damiani: «Siamo qui per spiegare e motivare l’esonero di Luca Gotti. Abbiamo pensato di farlo in una conferenza dedicata a questo, anche per evitare che quando verrà presentato il nuovo allenatore, di parlare del passato, vogliamo poi concentrarci sul futuro. La scelta di sollevare dall’incarico è sempre qualcosa di doloroso. La scelta è tecnica, figlia di valutazioni tecniche sul trend della squadra in questo inizio di campionato, si tratta di valutazioni che vengono sempre fatte nell’interesse del club. Delle visoni e delle letture che l’area tecnica che sono sempre in ottica prospettica e queste hanno evidenziato un trend su questa stagione che ci impone una valutazione di questo tipo. Questo è un campionato in cui non voglio avere lo scrupolo di non aver fatto il massimo possibile. In virtù di una visione in cui in questo momento la squadra occupa una posizione di classifica infelice, abbiamo una delle peggiori difese e il peggior attacco, ci ha spinto a fare una riflessione tecnica. La situazione però non è compromessa, perché siamo ad un punto dalla salvezza. Con questa scelta abbiamo deciso di provare ad invertire il trend. Ringrazio Luca Gotti per il lavoro svolto. Lo considero un grande artefice della salvezza della scorsa stagione, devo dire, per quello che spiegavo prima, è stato molto fatico comunicarli la notizia, dal punto di vista umano e personale, però quando si pensa al bene del Lecce, si accettano dei sacrifici emotivi. Ringraziamo lui e tutto il suo staff per i lavoro fatto fino. questo momento. La nostra è una scelta scomoda sotto tutti i punti di vista e che comporta un ulteriore sacrificio economico da parte del club. Noi vogliamo provare a fare qualcosa nell’interesse esclusivo del club. In questo momento c’è un trend che non sta dando i frutti sperati e questo rappresenta uno sforzo. Rappresenta una scelta che ci espone ancora una volta ai rischi del caso perché nessuno ragiona per comodità personale, è una scelta che a mio avviso è la dimostrazione che non vogliamo lasciare nulla di intentato, in uno dei tornei più difficili che stiamo affrontando. Stiamo rischiando, ci stiamo mettendo la faccia sempre nell’interesse del club».
11:29 – Corvino: «In questi momenti non riesco a dare il meglio, non fa parte del mio dna. Lo dice la mia storia, il mio primo esonero è avvenuto dopo 32 anni di attività. Sono un responsabile che tutela le scelte del club e lo faccio sia quando arriva un tecnico, condividendolo con le società, sia quando sei costretto, come responsabile a comunicare un esonero. Gli esoneri non gli detta, non gli impone l’area tecnica, non gli impone il responsabile dell’area tecnica, sono sempre decisione condivise con la società, con tutta la società e lo si fa nei momenti in cui c’è da fare delle analisi. Chi racconta altro, fa raccontando altri film, raccontando altre storie che non sono quelle che noi ci sforziamo ad evidenziare. Ci sono momenti della stagione in cui si fanno delle analisi e bisogna scegliere dei momenti giusti per farle, che ti portano più vicine alla realtà a alla verità, noi le abbiamo fatte dopo dodici giornate. Abbiamo fatto delle analisi, poi ognuno singolarmente fa delle riflessioni, personali e soggettive e sono qui per fare analisi. Dopo una settimana mi sono interfacciato con la società, per parlare di un eventuale cambiamento di rotta. Dopo dodici giornate abbiamo fatto delle considerazioni su quelle che sono, identità che deve avere una squadra, i risultati, noi a differenza di questi ultimi quattro anni, dove abbiamo avuto un’identità, sempre la stessa, dove non siamo stai mai nelle ultime tre posizioni, dove per un anno siamo stati capaci, con una formazione che veniva dalla B, di non prendere mai più di due gol, con organici che erano in via di crescita. Oggi ci troviamo dopo dodici giornate, in cui non potevo più rispondere su alcune identità che la squadra spesso ha modificato e adesso ci troviamo tra le ultime tre e con la peggior differenza reti del torneo. Faccio una premessa, noi possiamo esser in queste posizioni, rientra nel nostro dna di una squadra che deve lottare per la salvezza e in situazioni in cui i risulti che non ti supportano ma non possiamo mai permetterci di perdere una linea e un’identità costante. Noi abbiamo pensato che dopo dodici giornate abbiamo visto troppe diversità che non si erano mai create in questo club. Questo è il motivo. Per me sollevare un allenatore da un incarico è un trauma. Nemmeno io, come la società, non vogliamo avere scrupoli. Non c’è solo la società che ha delle responsabilità, le abbiamo anche noi, e sono pronto a prendermi delle critiche, perché prendo delle decisioni che possono portare a degli errori, chi non commette errori? Io sono arrivato attraverso gli in Champions League, ho vinto tre tornei di B e salvato il Lecce nove volte, anche commettendo degli errori».
11:42 Iniziano le domande dei giornalisti.
Perchè un contratto pluriennale a Gotti? – Corvino: «Quando hai delle responsabilità devi fare delle scelte e le fai pensando che stai facendo la cosa migliore, accade così con i giocatori e anche con i tecnici. Gli errori ci sono e ci devi passare. Quel che facciamo lo facciamo penando di fare il meglio. Quando abbiamo sottoposto a Gotti un contratto di due anni pensavamo che fosse giusto. Il nostro è stato un atto di fiducia, ma la vita può cambiare in sei mesi. Ci sono però momenti in cui quella decisione sembrava giusta. Oggi abbiamo preso una decisione diversa rispetto al passato».
Mercato, Pierret per Blin? – Corvino: «Non c’è solo solo lui, perché in quel ruolo abbiamo anche Kaba e Berisha. Coulibaly, può giocare in quella posizione. Questa squadra contrariamente a quello che ascolto, perché Guilbert è pari a Gendrey, è andato via Pongracic ed è arrivato Gaspar che credo io non ci abbiamo rimesso. Domenica gli altri nove erano quelli che gli anni scorsi ci hanno permesso di non essere mai nelle ultime tre lo scorso anno. Io vi dico che quando si comincia a perdere un’identità che abbiamo dimostrato nel corso degli ultimi tre anni allora non metto la mano nel fuoco, perché sono convinto che l0identità si trovi perché qui nessuno è una macchina e siamo uomini che possiamo sbagliare. Siamo una società che da il meglio e il massimo di quello che possiamo fare. Quando capiremo che ci sarà qualcuno che potrà fare meglio e di più di noi vedremo. Per il momento lavoreremo per rispondere a tutti coloro che ci sostengono. Fa parte dell’uomo sbagliare».
La situazione di Sansone – Corvino: «Queste sono domande soggettivo di ognuno di noi. Sansone l’ho portato io, non lo spirito santo. Lui non stava bene dall’inizio, poi è rimasto a disposizione del mister che lo ha utilizzato appena possibile».
Quali saranno gli aspetti che verranno privilegiati nella scelta del nuovo tecnico? – Corvino: «Questa stessa domanda me l’ha fatta la società e ho risposto che ci sono momenti in cui serve un po’ di ignoranza e un po’ di tigna. Io e Stefano siamo uomini da campo e non da salotto. A noi piace molto vedere il lavoro sul campo, e vedere un lavoro che ha un’identità e una strada costante, come quella che abbiamo percorso in questi ultimi tre anni. Ora avevamo cambiato strada e ci siamo trovati in una strada senza indicazioni che non ci permetteva di andare avanti. Stiamo cercando una persona da campo come noi, non è semplice però riprendere la stessa strada, ci alzeremo la mattina per recuperare. Non possiamo permetterci di andare in confusione tutti, perché insieme a noi ci vanno tutti. Voglio un allenatore che mi dia delle risposte. Mi auguro di trovare quello giusto e che sia nelle nostre possibilità». Io so però che posso cadere, ma so anche come rialzarmi e dobbiamo tener conto di questo».
In questo momento si è svolta anche un’analisi sul mercato – Corvino: «Noi riteniamo di fare il meglio e limassimo che può fare e noi riteniamo di fare il meglio e il massimo. Il nostro sforzo è stato quello di mantenere degli undici, ben otto titolari. Tre di questi sono stati sostituiti con: Guilbert, Pierret e Coulibaly. Con i mezzi che avevamo a disposizione abbiamo provato. a migliorare la squadra. Noi non crediamo però di aver fatto il massimo, il reso sono valutazioni soggettive».
Sticchi: «In questi anni abbiamo utilizzato il mercato per mettere qualcosa in più. Nell’ultima partita abbiamo avuto quattro assenze importante, se fosse capitato nel primo anno avremmo dovuto mettere in campo dei Primavera, adesso possiamo inserire giocatori come Rebic, Coulibaly e Pierotti e questa è una dimostrazione di crescita. Il nostro è un organico, che a mio avviso è sempre più completo».
Gestione del gruppo e segnali di insofferenza? – Corvino: «Siamo partiti da otto undicesimi di titolari che hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione che addirittura il primo anno non abbiamo mai subito più di due gol. In più abbiamo provato a rinnovare la squadra».
Quali sono gli errori fino a questo momento? – Corvino: «Gl errori si vedono a fine stagione? Per il nostro dna ci può stare che siamo in questa posizione di classifica, quello che però ci ha caratterizzato in queste 12 partite è la mancanza di identità che ci ha portato a questa decisione. Marchwinski? Noi abbiamo fatto delle valutazioni, quando operiamo non abbiamo certezze. Mi piacerebbe avere uno sceicco che mi permette di comprare giocatori più conosciuti. Oggi questo possiamo fare, se ci accettate così con i nostri errori andiamo avanti. Sappiamo che c’è chi “non ci vota”, fa parte del gioco, nessuno ha avuto il consenso universale».
Nuovo allenatore – Corvino: «Il nome lo possiamo fare quando avremo gli accordi firmati, non è nel nostro DNA parlare prima. Ora ci serve il tempo di fare delle valutazioni e poi dimetterle in atto e in pratica».
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