Appunti di viaggio dopo Fiorentina-Lecce 0-1
Poteva essere un esodo giallorosso durante il ponte di inizio novembre. Ma Lega, Questura di Firenze e Vivaticket hanno deciso di unire le forze per fare macerie della passione. Solo 300 salentini di spartano retaggio sono riusciti a penetrare nel settore ospiti.
Lo stadio di Firenze presenta solo macerie. Ci si chiede se si può giocare una partita fra ruspe, cumuli di cemento e armature. Per intravedere il campo di gioco bisogna prodigarsi in posizioni sconsigliate dall’Ordine dei Fisioterapisti.
Il Lecce compie il delitto perfetto. Secondo i piani sognati e auspicati. Regge l’urto iniziale violaceo, riesce a trovare il gol e a quel punto disinnesca i piani altrui e innesca la contestazione dell’ambiente e lo scoramento di una compagine senza schemi e sicurezze. I giallorossi hanno ancora grossi problemi offensivi ma dietro sfoggiano equilibrio e compattezza rilevanti. La rosa della Fiorentina fa paura, entrano a ripetizione un fenomeno dopo l’altro, ma nella testa dei giocatori di Pioli in questo momento ci sono solo macerie.
Di Francesco sta cercando (e riuscendo) a disegnare il migliore spazio in campo per far esprimere Berisha. Unendo le sue caratteristiche di interdittore e rifinitore. In molti hanno tentato fallendo. Rischiando di lasciare macerie dietro un talento.
Ramadani non piace a molti. Forse ai più. Ma in una squadra che nel tempo ha perso i suoi leader oggi lui si sente a casa e insegna ai più giovani cosa sia la casa. I suoi atteggiamenti e le sue esultanze sono di chi ha sposato la causa, e ha fatto divenire causa la casa.
La seconda vittoria esterna proietta il Lecce a quota 9 punti. Ossigeno puro in un contesto in cui non si vede all’orizzonte nessuna vittima sacrificale e, anzi, si vedono tante squadre che stanno raccogliendo poco rispetto a quanto proposto. Unica di queste è sicuramente il Verona. Prossimo avversario al Via del Mare. Non troveremo macerie. Servirà un Lecce solido.
scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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