Appunti di pista dopo Lecce-Inter 0-4
Ultima notte al Via del Mare di Gennaio. Stadio sold out. In ogni ordine di posti e di fede. Fede che però, in questi benedetti/maledetti casi contro le strisciate, è molto spesso doppia. E finisce che la gente si siede ovunque. E finisce che la doppia fede emerge. E finisce che la cosa non viene gradita. E finisce male.
Inter e Lecce sono in questo momento della stagione un bolide e una utilitaria. Inutile negarlo. E metterle a gareggiare sulla stessa pista è davvero impari. Il tecnico del Lecce ha tentato di truccare la macchina giallorossa dotandola di alettoni di coraggio, che ai più sono sembrati dotazioni autolesioniste. “Morire per morire, abbiamo deciso come farlo” ha dichiarato a fine gara Giampaolo. Condivisibile. O forse no. In ogni caso sulla pista del Via del Mare è partita la corsa che non ti aspetti: con il Lecce che ha provato costantemente a sgasare e l’Inter, in ripartenza, puntualmente a speculare su ogni singola sbandata. Possessismo contro cinismo. Di una utilitaria contro un bolide. Risultato scontato. Ma già lo era prima della gara.
La verità è che in questo (lungo) momento giocare senza Gaspar-Gallo-Berisha-Banda è troppo per noi. Visto che i sostituti sono assenti o trasparenti. E che chi è costretto dalle assenze a giocare fuori ruoli (vedi Dorgu) perde tutto il suo potenziale. Che il mercato delle idee aiuti Giampaolo. Anche se lui per primo è consapevole che dovrà invece farsi aiutare solo dalle sue di idee.
Mancano all’appello Verona-Venezia e Genoa-Monza di stasera. Ma lo scenario non sarà troppo differente. E lo scenario dice che Parma e Lecce, appaiate a quota 20, si scontreranno venerdì sera sulla pista del Tardini per una corsa per cuori forte. Almeno le cilindrate saranno più simili. Allacciate le cinture.
scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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