Appunti sparsi dopo Lecce-Bologna 1-1
Non so a voi ma queste partite delle 12.30 a me rimangono indigeste. Sarà perché si gioca con la fame e la fame di vittoria. Sarà perché poi ti rimane tutto sullo stomaco, visto che ti sfami con l’adrenalina ancora in corpo. Tra morsi e rimorsi. Tra dolci e dolci sollievi da ultimo minuto e oltre.
Il Lecce rimanda ancora l’appuntamento con la vittoria che manca da una mezza vita. Ma questi pareggi, siamo al terzo consecutivo, portano comunque fieno in cascina, ovvero punti in tana. Il Bologna si è dimostrato squadra che in questo momento vive un periodo di grazia e gioca con la tranquillità di chi sta facendo un campionato inaspettato. Gli basta pochissimo per ottenere il massimo. Concedendo poco o niente. Anche ieri ci stava riuscendo tirando fuori dal cilindro una punizione diretta che in casa bolognese non vedevano da 2 anni. Poi, come spesso succede ultimamente, gli infiniti minuti di recupero cambiano il destino delle gare. Stavolta facendoci trovare un punto in modo inedito (alzi la mano chi in vita calcistica aveva mai visto un fallo da rigore su un portiere) e insperato.
Questa volta nessuno toglie il gol a Piccoli. Sarebbe stato difficile farlo. Ed è un peccato solo che la sua rete non valga tre punti, visto le prodezze a lui cancellate nelle ultime due gare. Di certo il nostro “colosso” da battaglia sta creando tantissimo negli spezzoni di partita che gli vengono concessi. Come Krstovic viene servito poco e male. A differenza di Krstovic riesce in questo momento a capitalizzare quel poco e male. D’Aversa dovrà pensare seriamente a donargli la prima chance dal primo minuto. Anche se sono equilibri tattici e psicologici che non danno garanzie.
Falcone incredibilmente si procura un calcio di rigore. E probabilmente se non lo avessero affossato avrebbe magari insaccato. Io a quel punto gli avrei fatto tirare anche il rigore stesso. Sarebbe stato come fare una visita cardiologica gratuita all’intero popolo giallorosso.
Tocchiamo quota 16 dopo 14 giornate. Allungando di 1 punto la distanza sulla terz’ultima. Si naviga in acque placide ma la barca ha perso concretezza in avanti e deve ancora trovare equilibri in mezzo, dove poco filtriamo e poco edifichiamo. Il comandante D’Aversa deve trovare soluzioni. Lunedì prossimo ci attende l’Empoli. Urge rafforzare gli ormeggi. Ci sarà mare in tempesta.
scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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