Appunti sparsi dopo Lecce-Bologna 2-3
A fine gara ci siamo messi idealmente anche noi accanto ai giocatori. Con le braccia incrociate, gli occhi verso l’alto e i sorrisi stampati in faccia. Perduti nello spettacolo di luci e suoni con cui il Via del Mare ha celebrato la salvezza. E probabilmente come loro abbiamo rivissuto il campionato. Ogni fuoco di artificio è stata una vittoria sorprendente. Ogni attimo di buio è stato un momento sconfortante. Il campionato dei giallorossi è stato proprio un fuoco d’artificio. Che ti chiedi quasi da dove parta. Come faccia ad arrivare lassù. Ti sorprende. Ti abbaglia. Vorresti non finissime mai. Poi si smorza. Fino a spegnersi. Ti disillude. Ti fa temere che non ci sia quello successivo. Ma poi riparte e ti sorprende più di prima.
Ora è il momento di godersi il momento. Godersi l’impresa. Godersi il miracolo sportivo. Perché di questo si è trattato guardando le forze economiche in campo. Ha ragione Baroni quando dice che questi ragazzi hanno dato significato alla parola sacrificio donandosi alla causa, alla città, ai tifosi. Lo hanno fatto tutti, da chi si affacciava per la prima volta al calcio dei grandi fino al campione del mondo. Come se tutti avessero trascinato tutti. E, se il traguardo non fosse stato raggiunto, difficilmente avremmo potuto puntare il dito contro chiunque di loro.
L’impresa rimarrà. Non rimarranno tutti i suoi protagonisti. Perché è nelle logiche (a volte illogiche) del calcio di oggi. Baroni potrebbe andar via per lasciare come un cavaliere senza macchia. Hjulmand sappiamo che dovrebbe divenire pedina di scambio per la nostra sopravvivenza economica. Altri partiranno perché il Lecce dovrà essere più forte di oggi per la sua sopravvivenza sportiva.
Ma per qualche giorno non ci pensiamo. Godiamoci il momento. Godiamoci i fuochi di artificio. Quelli che vorresti non finissero mai.
scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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