Appunti sparsi post Lecce-Spezia 0-0
Zero-a-zero come all'andata. Punticino a testa all'andata. Maledetta assenza di Hjulmand come all'andata. Prezioso passettino in avanti come all'andata. Cambia solo lo scenario in ottica finale. Bisogna essere razionali e ammetterlo. A prescindere dalla ovvia voglia di tutti noi tifosi di vincere e chiudere baracca. Invece ha vinto la paura. Nettamente. La logica paura che può essere più forte di qualsiasi tattica in queste gare. La paura che sormonta la spensieratezza che ci ha portato punti come quelli all'Olimpico. Difficile dire se Lecce e Spezia ci hanno più provato o hanno più provato a non osare. Più facile ammettere che il punticino porta i giallorossi ad allungare sul Verona a +3 e lascia intatto il vantaggio sui liguri. Nel solito contesto ormai ripetitivo di una difesa che ha concesso allo spauracchio Nzola di fuggire via appena una-volta-una e di un attacco fatto di pura volontà ma senza efficacia (discorso che ieri è valso sia per Colombo che per Ceesay). E i cori verso Corvino lo hanno sintetizzato. Adesso siamo lì dove non volevamo essere. A fare astronomici conti sui punti che possiamo realizzare e quelli che possono afferrare Spezia e Verona. A chiederci che avversari troveremo e troveranno sulla strada. Perchè sappiamo che nelle ultime due gare di campionato nessuno ha precisa identità e sicuri stimoli. Ci siamo ridotti così. Meglio accettarlo quanto prima. Perchè Monza è lontana kilometricamente ma vicina nel tempo.
scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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