Appunti di viaggio sparsi post Fiorentina-Lecce 1-0
-Santa sosta di campionato, santa sconfitta del Verona, santa sconfitta dello Spezia. Santi subito.
-Su Firenze cade una pioggerellina british. Tempo grigio, stadio grigio. Con sprazzi violacei di una tifoseria a mille visto l'andamento della squadra di Italiano. Fuori mi controllano quattro volte l'impermeabile in tessuto simile a quello degli striscioni perché pensano che dolosamente ne stia indossando uno con chissà quale scritta...Dentro commovente il minuto "tredici" durante la gara in cui il tifo tace e lo stadio applaude lo scomparso Astori.
-Speravamo in una Fiorentina sazia e stanca. Sazia da un filotto di vittorie in campionato e coppa che nel capoluogo toscano non si registrava da secoli. Stanca dalla non agevole gita in recondita località turca a metà settimana per la Conference League. E invece sazi e stanchi siamo apparsi paradossalmente noi. Sazi senza motivo da una classifica solo illusoriamente tranquilla. Dove è finita la nostra amata intensità? Stanchi senza motivo per gambe che non sembrano essere più spinte da quel furore che faceva impazzire gli avversari. E con il maledetto gol che non arriva più. Anzi non arrivano nemmeno le premesse per farlo. E così all'avversario di turno basta una autorete per far sua la posta. Ora non deve divenire una ossessione, ma qualcosa in avanti Baroni dovrà forse inventarsi. Visto che (disco rotto) un bomber serio non esiste in questa rosa. E quello non può inventarlo.
- Santa sosta di campionato, ripetiamolo. Utile per dare uno stacco al periodaccio. E per trovare qualche alternativa magari alle nostre soluzioni offensive che, se staccano la spina per qualche giornata Strefezza e Di Francesco, si azzerano. Santa sosta. Poi torniamo in toscana. Sponda Empoli. Speriamo meno sazi e meno stanchi.
scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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