Categoria: Articoli di D. Consales
Finisce 4-2 in 12 contro 9 08:59 - 6 Novembre 2018


Il Lecce rimonta due reti di svantaggio con Palombi e Tabanelli, poi l’arbitro riduce in 9 uomini i giallorossi e arriva la sconfitta.

Gara dalle mille onde sulle rive dell’Adriatico. Decisa dall’ultima, imponente come uno tsunami, decisa dall’arbitro che risiede sulle stesse rive (a pensar male dice si faccia peccato). Ma andiamo con ordine. La prima onda è tutta bianco-azzurra e travolge facilmente un Lecce lento a inefficace a centrocampo e con una difesa di emergenza in cui l’inedita coppia Venuti-Mecariello è bene che si lasci presto. Dicesi 2-0. La seconda onda è tutta giallorossa, nemmeno inaspettata visto che siamo abituati a vedere una squadra che non accusa mai il colpo e che ha la reazione nel dna. Dicesi 2-2. Poi le acque sembrano calmarsi, anche se la sensazione è che sia il Lecce a poter produrre una onda anomala finale nonostante abbia già perso in mare un uomo dal nome Calderoni per doppia (evitabile) ammonizione. E siamo allo tsunami. Con l’arbitro, decisivo come un dodicesimo uomo, che riduce a nove l’equipaggio giallorosso (davvero gratuito il rosso a Mecariello) e il Pescara che aspetta che il tempo faccia la sua parte per ridurre minuto dopo minuto la nostra resistenza e trovare gol e vittoria.
Gli sconfitti avrebbero potuto fare l’impresa. Paradosso e consolazione che ci portiamo in dote dalle rive dell’Adriatico. Passiamo con fiducia alla prossima sponda.


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