Appunti sparti dopo Lecce-Udinese 0-1
È stata una serata balorda. Di quelle che ti servono tre camomille per calmarti e riuscire a dormire. La lotta salvezza è in piena instabile bagarre. E ogni partita può valere una stagione. Speriamo che non valga una stagione una serata balorda indirizzata da un arbitraggio balordo. Un quasi esordiente è stato mandato al massacro (citazione di Sticchi Damiani) dai suoi stessi collaboratori al VAR. Che lo hanno clamorosamente indirizzato verso una decisione ridicola dopo che lui aveva ben valutato. E forse quell’essere quasi-esordiente gli ha impedito di imporsi. Poi lui ci ha messo del suo non valutando con lo stesso metro una situazione favorevole ai giallorossi e non lasciando gli udinesi in dieci uomini come era sacrosanto che rimanessero. Tutto sbagliato. Tutto scorretto. Tutto dannatamente pericoloso.
E’ stata una partita balorda per il Lecce. Che si è trovato una salita predisposta dalla folle decisione arbitrale e non ha saputo scalarla. Sottotono, meno in palla del solito, poco reattivi, poco precisi. I giallorossi sono sembrati davvero la brutta copia di quelli ammirati nelle ultime uscite. Ingigantendo gli indubbi valori dell’avversario e gli indubbi torti arbitrali. Solo gli ingressi (forse tardivi) di Berisha e Karlsson hanno ridestato un Lecce bell’addormentato e bell’involuto. Senza però cambiale la balordaggine delle cose.
E’ stata una giornata di campionato balorda. I cui tante, troppe squadre coinvolte nella lotta salvezza hanno trovato non pronosticabili punti. Solo l’Empoli, travolto dalla Dea, ha mitigato una classifica che appare comunque balorda. Sono stati sanguinosi i tre punti del Parma contro il Bologna e altrettanto quelli del Verona contro la Fiorentina. Proprio a Firenze, nell’anticipo di venerdì, il Lecce proverà a rialzarsi. Solo con le proprie forze. Di certo senza doni dalla sala VAR.
scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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