Appunti sparsi dopo Lecce-Fiorentina 0-6
Umiliazione tennistica. Siamo sembrati un qualsiasi giocatore del circolo del dopolavoro ferroviario contro Sinner. Ma forse il paragone non è calzante. O meglio non entra nel merito della strategia che precede la sfida. Allora diciamo che siamo sembrati un giocatore di Coppa Davis che viene schierato contro Sinner con in mano una racchetta di legno anni’60 ed ai piedi delle scarpe da trekking. Scommettendo che riesca a farsi valere. Scommessa persa dopo dieci minuti di partita. Punto. Gioco. Set. Incontro.
Umiliazione tennistica. Che ha pochi precedenti storici. Ma che rischia di far prendere una brutta china all’intera stagione. Perché come fai a togliertela dalla testa? Come fai adesso a non aver paura di giocare di nuovo a tennis sulla superficie azzurra dello stadio di Napoli? Ma poi non è e non sarà la prossima partita il problema. Il problema è quello che abbiamo pensato quando è stata annunciata la formazione scelta da Gotti per sfidare la Fiorentina: abbiamo pensato che fosse la migliore formazione possibile, con tutti gli uomini nei posti giusti, con un più solido 4-4-2, con finalmente Dorgu a ricreare la catena sinistra con Gallo, con Rebic più offensivo accanto a Krstovic. E il risultato non lo voglio nemmeno scrivere nuovamente. Ma quello che abbiamo tutti pensato significa che non è certo Gotti il problema. Meno che mai bizzarre alchimie tattiche visto che è non solito farle. Il problema è la racchetta di legno. La pretesa di poter affrontare la massima serie con massime scommesse. La presunzione di non perderle mai. La presunzione che diventa deleteria se diviene supponenza. La presunzione di correre veloce sottorete con le scarpe da trekking..
i]scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it
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