Appunti sparsi dopo Lecce-Cagliari 1-0


Ultima notte di agosto. Il popolo giallorosso fa ribollire il Via del Mare dopo aver passato la giornata in spiaggia sotto un sole da bollino altrettanto giallorosso. Si scrutano in campo i primi palloni toccati dai nuovi arrivati durante il riscaldamento. L'atmosfera è quella della vera prima stagionale. E per il Lecce forse lo è stata davvero.

Gotti porta a casa una vittoria d'altri tempi. Tre punti pesanti ottenuti soffrendo, insieme a tutto lo stadio, per ben 45 minuti (+10 di recupero) giocati con un uomo in meno. Senza fare barricate. Senza perdere lucidità. Ma alzando la soglia dell'attenzione e del sacrificio. E cercando comunque di far male. Diciamolo: è stato esaltante vedere lottare i ragazzi come tarantolati. Vedere qualche giocatore a corto di preparazione attingere al pozzo delle risorse invisibili (vedi Guilbert). Vedere Krstovic scrollarsi la depressione post-gol-incredibilmente-sbagliato e trascinare la squadra. Vedere un Ramadani (migliore in campo) usare 4 polmoni. Vedere le prime due palle toccate da Rebic per immaginare quello che potrà fare.

La vittoria permette a Gotti di usare la sosta di campionato come un mini ritiro da affrontare senza nubi grigie sulla testa. Ci sono uomini da recuperare e integrare. La vittoria permette anche di assestarsi in una classifica che dopo tre turni vede in alto presunte piccole e in basso presunte grandi. Tutto troverà un suo bilanciamento fisiologicamente. Ma i punti fatti valgono come punti fatti. E quelli contro il Cagliari, oltre a essere stati ottenuti in uno scontro diretto, permettono a tutto l'ambiente di vedere con occhio diverso questa squadra di scommesse. Che tali rimangono. Ma su cui adesso abbiamo alzato l'asticella (cit.) della fiducia.




scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it

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