Appunti sparsi dopo Lecce-Reggina 2-0

-Principi prettamente non tecnici per cui la Reggina ha meritato comunque di perdere: il pullman della squadra amaranto con l’effige del loro presidente sulla fiancata; chiamare Vasco uno che di cognome fa Regini; il nuovo look da lottatore di wrestling del nostro ex Adjapong.

-Vorrei fare una riflessione sull’ansia. Quell’ansia che fa parte del patrimonio genetico del tifoso giallorosso. Che lo accompagna come la sciarpa da una vita. Che non lo fa mai stare tranquillo. Che lo ha abituato a patire fino al fischio finale dell’arbitro. Ecco, io non ricordo una serie di partite come le ultime della banda di Baroni in cui ti chiedi ma come mai questa vittoria sta scivolando così placida placida e in pieno controllo senza nemmeno un sussulto dell’avversario, un abituale patema finale, uno scorrere di minuti in bilico fra santi e falsi dei (cit.).

-Da tre giornate non va in gol Coda ma il Lecce segna ugualmente 8 reti complessive. Forse è questo il dato più confortante e che più differenzia i giallorossi da quelli della scorsa stagione. Meno Coda-dipendenti e con un potenziale offensivo (miglior attacco della B ad oggi) che permette di monetizzare quello che il reparto difensivo conserva. Il tutto nonostante un Oliveri ancora a secco e un Rodriguez ancora a basso voltaggio causa basso utilizzo.

-La sedicesima giornata è stata quella che ha diradato la nebbia e fatto vedere con chiarezza la vetta del campionato cadetto. Mai come in questo momento le formazioni che sono lassù in cima, punto più punto meno, sembrano davvero candidate realistiche alla vittoria. Il Lecce ha vissuto una notte al primo posto, giusto per vedere l’effetto che fa, prima di ricederlo al solito pratico Pisa e vedersi nuovamente circondato da vecchie e nuove conoscenze. Il Brescia, caduto in casa con il Monza, ha praticamente certificato la candidatura reale dei brianzoli. E sabato il menù propone Pisa-Lecce…non c’è bisogno di dire altro.




scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it

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