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Lecce, i tifosi si sentono traditi 12:19 - 28 Febbraio 2007

I ragazzi della «nord» hanno disertato gli spalti contestando la decisione di lasciare chiusa la curva
Identità e gioco definiti non sono le sole componenti che il Lecce deve trovare al più presto per risalire la china. Altro fattore determinante è che la squadra possa tornare a contare sulla spinta convinta del pubblico. Contro il Treviso il «dodicesimo in campo» è di nuovo mancato, e non solo perché il Via del Mare era accessibile esclusivamente agli abbonati. Gli ultrà della Nord hanno disertato gli spalti in polemica con la decisione di aprire i cancelli delle tribune centrale ed est e non della curva.

Privati del loro «regno», hanno preferito starsene fuori piuttosto che cambiare settore e così, tranne rare parentesi, venerdì sera gli spalti erano più pronti a rumoreggiare per l'errore del singolo che a incoraggiare la squadra impegnata a rimontare. A conferma (ma continuare a ripeterlo rischia di confinare i successori dei «Ragazzi della Nord» in una deleteria autoreferenzialità) che a Lecce «C'è solo la Curva Nord!», come gli ultras hanno intitolato il volantino in cui, prima della gara, hanno spiegato le ragioni della decisione di non esserci.

«Se per chi legifera o per chi non vive lo stadio come noi – scrivono - la scelta di un settore piuttosto che un altro è dettata da principi meramente pratici, per noi com'è ovvio sarebbero altri i principi da tenere in considerazione. La Curva Nord rappresenta ben altro che semplici spalti da riempire... rappresenta parte del nostro essere e della nostra stessa vita! È per questo che abbiamo deciso di disertare lo stadio, perché al di fuori di quella curva i nostri principi, il sostegno e l’attaccamento ai colori della maglia risulterebbero snaturati». Poi la critica: «Pensiamo che lo sforzo di adeguamento alle norme di sicurezza si sarebbe dovuto e potuto concentrare nella Nord, tenendo conto che più della metà degli abbonati ha proprio in questo settore il suo posto».

Interpellato dalla «Gazzetta», a chiarire i motivi che hanno determinato l’apertura della centrale e della est e non delle curve è l’amministratore delegato del Lecce. Nessuna volontà di penalizzare i tifosi della curva, si evince dalla spiegazione diClaudio Fenucci, è andata così soltanto per ragioni tecniche, quando la società ha dovuto accelerare i lavori per la messa a norma del Via del Mare, già iniziati prima dei fattacci di Catania. «L’installazione dei tornelli - ricorda l’ad giallorosso - era partita dai settori, come i distinti, la est e la tribuna, dove è minore l’afflusso di pubblico, proprio per evitare disagi nei settori più affollati quali le curve. Il primo test a tornelli attivati si sarebbe dovuto svolgere nei distinti della est già in occasione del derby col Bari, poi della partita col Napoli. In entrambi i casi la Questura consigliò di soprassedere, per evitare eventuali contrattempi, e rimandare la sperimentazione a gare più tranquille. Ma, dopo la tragedia di Catania, il decreto Amato ha obbligato la società ad affrettare i tempi. A quel punto i lavori dovevano essere portati a termine laddove erano iniziati quando l’emergenza non c’era ancora. Solo per questo venerdì si sono potute aprire agli abbonati solo le tribune est e centrale».

Claudio Fenucci però rassicura i tifosi delle curve: «Stiamo facendo di tutto perché fin dalla prossima gara in casa con il Frosinone tutti gli abbonati possano ritornare ai propri posti abituali, anzi siamo fiduciosi che lo stadio possa riaprire le porte anche ai non abbonati». Sarà forse quella la volta buona perché i tanti nuovi arrivati in giallorosso assaporino finalmente colori e cori del Via del Mare.

Marco Seclì

La Gazzetta del Mezzogiorno
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