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Paolucci, meglio da attaccante che da opinionista.
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20:13 - 1 Dicembre 2008
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Un Lecce grintoso e caparbio riesce a strappare un punto a Catania. E fa niente se un garzone spigliato di nome Paolucci, a fine partita, rilascia dichiarazioni sanguigne, ma fuori luogo. Dichiarazioni che ci si può aspettare da un mestatore che la partita non l'ha neanche vista e la commenta auto-eleggendosi miglior allenatore d'Italia, ma non da uno che è stato protagonista di quel match.
Paolucci, forte (poco) di una dialettica mediocre, ribatte ogni domanda, chiaramente neutrale, ai microfoni di sky, ribadendo, quasi in maniera aggressiva, un chiaro concetto: "il Catania avrebbe meritato di stravincere".
Eppure questa superiorità nettissima di cui parla il garzone, sono stati veramente in pochi a notarla, perchè il Lecce nel primo tempo crea pericoli alla porta catanese in un paio d'occasioni e perchè nel secondo tempo, dopo la rete di Castillo, il Catania s'addormenta ed è solo il Lecce a giocare all'attacco, fino alla fine.
Sui diversi punti di vista si potrebbe discutere per ore, nominando la relatività del tutto, ma un dato fa morire la relatività a scapito dell'oggettività: a fine partita le occasioni da rete sono 5 per il Catania e 4 per il Lecce.
Quindi, nasce spontaneo chiedersi dove qualcuno abbia visto la mostruosa differenza di occasioni da rete.
Detto ciò, resta il fatto, perchè noi di fatti siamo abituati a disucetere e non di idee date per certe ma nate da sensazioni campate in area, che i giallorossi conquistano un punto importantissimo in uno stadio dove tutte le altre squadre che ci avevano messo piede erano uscite a testa bassa, Udinese unica esclusa.
Il Lecce riesce a mettere fieno in cascina, anche se in trasferta il fieno sembra molto più prezioso che in casa e soprattutto difficile da conquistare. Infatti, il Lecce ha conquistato lontano dalle mura amiche soltanto il 23 % dei punti totali. Un dato assolutamente da modificare in meglio.
scritto da Antonio Murrone - collaboratore leccesidentro.it
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