Il Lecce cade in casa per 1-2 contro i siciliani.
Al fischio finale il Via del Mare applaude con convinzione i giallorossi nonostante la sconfitta. Trascinato nei sentimenti dal veemente assalto finale degli uomini di Liverani e da una prestazione comunque buona. Chiariamolo subito: occorre tarare ogni giudizio mettendo sulla bilancia la forza dell’avversario. Il Palermo è squadra costruita per vincere, anzi stravincere il campionato. Strutturalmente sia dal punto di vista fisico (ben più del Verona…) sia dal punto della rosa a disposizione di Stellone. Basta vedere il tasso tecnico della panchina rosanero e di chi è entrato nel secondo tempo. Con giocatori in grado di tenere a bada Mancosu e Petriccione, ovvero disinnescandoci in partenza. E con un attacco come quello palermitano il “peso” e la malizia di uomini come Bovo (infortunatosi nel riscaldamento) e Lucioni (ancora squalificato) sarebbe servito come il pane…
Quindi, tarandoci sull’avversario, la sconfitta non fa troppo male. Perché il Lecce è rimasto sempre in partita e ha avuto la possibilità di portarla comunque in porto dopo le due belle reazioni ai due vantaggi rosanero. Il primo rimediato dalla volèe vincente di Tabanelli, il secondo non rimediato solo per le clamorose occasioni mancate nei minuti finali. Paradossalmente il Lecce è pertanto mancato quando il risultato era in parità, ovvero ad inizio gara e per buona parte del secondo tempo. Soffrendo tanto, davvero tanto a centrocampo. Forse Liverani avrebbe dovuto e potuto cambiare in corsa volto alla squadra, magari inserendo muscoli e fosforo. Magari quando l’inerzia del secondo tempo dava brutti presagi. Ma siamo nell’ambito dei “magari”.
Nessun brutto passo indietro in classifica, un piccolo passo indietro nel risultato e nel gioco. Ma l’avversario ci ha costretto a compierlo. Ricordandoci, per un attimo, gli obiettivi diversi.
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