Il Lecce si fa raggiungere sull’1-1 dal Cittadella dopo il vantaggio firmato da Mancosu su rigore.
Per la prima volta nella stagione abbiamo trovato qualcuno che ci ha messo davvero sotto, che abbiamo dovuto contenere, che ci ha dominato fisicamente per tutti i novanta minuti. Il Cittadella oggi è squadra che va a memoria, che ha il passo delle grandi, che ti sbatte davanti il lavoro tecnico-tattico portato avanti da tre anni giocati ad alti livello nel campionato cadetto. Tutte queste belle premesse per dire che il punto preso sabato contro i veneti, pur arrivato dopo essere stati a lungo in vantaggio, è di metallo prezioso, oro o platino fate voi. Ed in tutto questo non mancano comunque le recriminazioni che, come sempre, iniziano con i se: se Palombi avesse raddoppiato…se non avessimo preso un gol su calcio piazzato con ben tre centrali tutti ben schierati…ma i se non danno punti. E i punti portati in tana dopo il tour de force di tre partite in una settimana sono 7, tantissimi per la nostra dimensione.
In tutto questo è opportuno concludere il discorso con tre dubbi: un dubbio sulla preparazione atletica dei giallorossi (il Lecce finisce spesso la benzina a metà della ripresa e ha preso tutti i gol nei secondi tempi), un dubbio sui cambi operati contro il Cittadella fin troppo conservativi (e con quel benedetto passaggio alla difesa a tre che paradossalmente ci ha fatto prendere gol), un dubbio sul mancato utilizzo nelle tre gare di Tsonev e Armellino (gli unici insieme a Di Matteo a minutaggio pari a zero).
Nel turno in cui cadono contemporaneamente le due (ex) prime della classe, la B si conferma guerra senza preannunciati vincitori e vinti. Tirando una riga dopo le prime sei giornate i punti conquistati dai giallorossi rappresentano un buon bottino, forse inatteso, ottenuto con bel gioco e buone prestazioni. Senza rubare nulla e con più di qualche rimpianto. Ripartiamo da questa base.
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