Il dispiacere di esordire in questo campionato in un Via del Mare privo dei tifosi è tanto. … ricordo bene il ruolo del pubblico giallorosso nello spingere in rete la palla di Tabanelli nella gara con il Brescia. E’ già la terza volta che il neo-tecnico giallorosso Eugenio Corini cita il gol che due anni fa spinse definitivamente il Lecce verso la serie A insieme al Brescia da lui guidato. Come se ancora non lo avesse smaltito. Di certo le sue parole hanno ben sintetizzato le anomale sensazioni provate ieri da tutti prima e dopo l’estrazione del calendario cadetto. Nessuna prima trasferta da desiderare con il bel tempo settembrino. Nessun primo avversario da spaventare con la bolgia casalinga. Un calendario, ad oggi, puramente cronologico che cadenza l’avvicendarsi dei rivali. Fino a quando gli stadi rimarranno chiusi sarà così.

Azzerato il fattore campo. Lo sanno bene anche le società di scommesse che hanno inevitabilmente tarato il tal senso le loro prime quote. Lo sanno bene gli allenatori che dovranno in fretta infondere una mentalità oserei dire decontestualizzata. Corini vuole e vorrà imporre il proprio gioco, ovunque. Perché il dove fondamentalmente ora non esiste. In un campionato che già, normalmente, mette difficilmente in graduatoria gli avversari.

Azzerato il fattore campo lo sguardo è solo verso il nome degli avversari. Pordenone, Ascoli e Brescia i primi tre. Giocheremo contro i rinnovati sogni dei friulani arrivati ad un passo dalla promozione in A la scorsa stagione, la tradizione dei marchigiani e la ovvia ambizione dei lombardi retrocessi insieme a noi.

Oltre il mio sguardo non si posa. Nella speranza che il fattore campo possa tornare. Che sia davvero casa e che sia davvero trasferta. Con, in tal senso, il solo augurio di ritrovarci ai primi di maggio sugli spalti di Empoli a giocarci qualcosa di importante. Tutti insieme.


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scritto da Diego Consales- Caporedattore leccesidentro.it

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