Fuori il primo match-point. Ma ancora al servizio... | 09:09 - 2 Maggio 2019 |
Appena sbarcato in Salento, durante il mercato di riparazione di gennaio, Panagiotis Tachtsidis aveva aperto la sua conferenza stampa dicendo: “il mio obiettivo? vincere , sono venuto a Lecce perché voglio vincere”. Ricordo lo stupore con cui ascoltai le prime parole del centrocampista greco, il primo a scoprirsi, a mettere sul tavolo carte che nessuno aveva osato tirar fuori. E ieri, dopo l'improbabile sconfitta di Padova, è stato ancora lui il primo a scoprirsi lanciando dal suo profilo un messaggio non ai tifosi ma ai suoi compagni: “Andiamo ragazzi, sabato prossimo davanti ai nostri facciamo quello che dobbiamo fare. Tutti insieme fino alla fine”. Ed è davvero questo l’unico pensiero che deve passare nella mente di tutti. Giocatori giallorossi e tifosi giallorossi. Ieri proprio il regista greco ci è mancato come non mai, sarebbe forse (e sottolineo forse) riuscito a velocizzare la manovra del Lecce, facendo fare meno fatica ai suoi compagni di reparto e a chi aspettava palle giocabili in attacco. Già la fatica…non è una “scusa ufficiale” ma una pur semplice spiegazione dei fatti. Dagli spalti dell’Euganeo la sensazione è stata netta: il Lecce è arrivato svuotato mentalmente e fisicamente dallo scontro con la capolista giocato appena tre giorni prima. Una situazione precaria di base a cui si sono sommati tre nuovi elementi a mio avviso determinanti: lo svantaggio immediato, il caldo torrido che ha presto consumato le energie residue, il risultato del Palermo già acquisito che ha raddoppiato nella testa dei giocatori i match-point a disposizione. Tutto questo non deve e non vuole nascondere una prestazione che non è stata all’altezza di chi insegue una promozione diretta. Non vuole giustificarla ma solo contestualizzarla. Perché tutto va conquistato. Ieri tutti eravamo concordi nel dire che “quello non è il nostro Lecce”. E non lo era. Quindi ora dobbiamo solo aspettare che torni con le sue solite sembianze per l’ultimo atto. Per fare quello che deve fare, come promette il nostro “Taxi”. |