Comunque, ho visto la partita con un milanista di ***, sono volati bicchieri, sedie e notevoli porch*****
Una serata epica, una serata di quelle che sogni per 6 anni mentre giochi con i Rende e le Averse Normanne
Primi 45 minuti da incubo.
Mai 3 passaggi consecutivi, inermi, sterili, il Greco che sbaglia tutto lo sbagliabile, Meccariello che sembra il ragazzino circondato dai bulli che lo spintonano a turno. Dobbiamo ringraziare Leao e più in generale un Milan davvero scarso. Finisce 0-1, gol del merdoganiano
Il secondo tempo è partito con le stesse premesse, poi San Conti fa na cazzata e ci regala un rigore.
1-1
Qui la partita subisce una svolta: complice l'entrata di Farias, ma soprattutto la depressione fisica e psicologica dei milanisti, ci siamo ricordati che cosa significhi giocare a calcio. Siamo in palla, teniamo bene il campo, le distanze tra i reparti si sono accorciate, e giustamente...
2-1
Gol del Polacco grazie a una percussione di Bidonoglu.
Qui arriva una piacevolissima sorpresa: stanchi, abbattuti, consapevoli delle nostre inferiorità tecniche, non ci siamo scoraggiati neanche per un minuto, abbiamo ricominciato subito a giocare provando di riacciuffarla per il rotto della cuffia. Una reazione bella, positiva e inaspettata, di quelle che "***, non ce ne frega niente se manca poco, siamo a San Siro, siamo brutti sporchi cattivi e facciamo schifo al ***, dobbiamo provare a recuperarla".
Un impeto d'orgoglio che ha fornito l'assist a Lui, la luce, il faro, il sol dell'avvenire, la rappresentazione plastica di tutto ciò che significa essere inferiori, esserne consapevoli, e buttare il sangue giorno dopo giorno per cercare di migliorarsi sempre, nonostante dio ti abbia montato i piedi al contrario e tutto il mondo sembra volerti relegato nelle peggiori serie del professionismo italiano: Marco Calderoni.
Quel Marco Calderoni prelevato da un Novara retrocesso in C, quel Marco Calderoni che ai microfoni di Pianetalecce diceva che il suo sogno era giocare in A, e avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo, anche se l'età sembrava ormai un ostacolo insormontabile, quel Marco Calderoni che non ha mai avuto la struttura fisica per segnare alla Roberto Carlos in una serata piovosa nella scala del calcio, ma lui non lo sa e mina na bomba de 30 metri che umilia Donnarumma e 50mila milanisti.
In un un mondo in cui è sufficiente avere 20 anni, il procuratore giusto e mezzo spezzone di partita esaltante per saltare la gavetta a piè pari e raggiungere quotazioni vergognose in Società prestigiose, Marco Calderoni è il figlio del contadino che quell'ascensore sociale lo vuole prendere a tutti i costi, a forza di fare a spallate col mondo intero, per ribadire ancora una volta che il talento conta ed è importante, MA BUTTARE LU SANGU CONTA MOLTO DI PIÙ.
MARCO CALDERONI INDICACI LA VIA