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"Le sentenze non si commentano, si rispettano", dice il ministro per le Politiche giovanili e per le Attività sportive, Giovanna Melandri. "Il governo non ha mai interferito nell'autonomia dei procedimenti della giustizia sportiva - ha aggiunto il ministro - e non intende farlo nemmeno stasera che si è concluso il procedimento di primo grado".


:clap: :ok: :clap:

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Anche il presidente biancoceleste Claudio Lotito dice di essere sorpreso dalla sentenza che manda la Lazio in B con 7 punti di penalizzazione: "E' una sentenza che non ci aspettavamo. La Lazio non ha mai pensato di violare le regole di carattere deontologico", dice spiegando che "la Lazio essendo una società quotata in borsa si farà sentire in tutte le sedi. La verità è stata violata. Noi metteremo in atto ogni azione a tutela della società, in tutte le sedi, anche alla Corte europea di giustizia".

"E' una sentenza che ritengo provvisoria perché basata su teoremi", aggiunge. "La Lazio - spiega - è stata penalizzata perché sarebbe stata determinante nella elezione di Carraro e Galliani: questo è un teorema assurdo".

:rosso: :ciaociao:

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Allora ste benedette sentenze sono uscite, io me le aspettavo un po' diverse, nel senso che avrei visto la Juve in C e con penalizzazione, il Milan in B a sto' punto le squadre che non hanno avuto una sentenza equa sonop state Lazio e fiorentrina che sicuramente erano meno inguaiate della Juve ma hanno avuto una pena superiore alla Juve in proporzione, ma la cosa importante che il nostro Lecce, se queste sentenze verranno riconfermate nei diversi gradi di giudizio, giocheremo in A e con Zeman, e magari con degli acquisti giuisti, nu bogghiu dicu nienti. AVANTI LECCE

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mau AVANTI LECCE!!!!

CMQ NU DECIMU NIENTI

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Murdock ha scritto:
mau AVANTI LECCE!!!!

CMQ NU DECIMU NIENTI


Si marco AVANTI LECCE ma come diceva Arthas in diversi topic il Genoa per una intercettazione nanu datu la C e cu punti de penalità alla Juve allora na sciuta de lussu e se lamentanu puru.

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GUARDA MAU HO GIA DETTO COSA PENSO DELLA SENTENZA

SEMPLICEMENTE SCHIFO


NN MI CI VOLEVA POI TANTO RIPETERE IL CONCETTO :wink:

MAU CE AMU FARE....ORA COME ORA CI TOCCA SOLO SPERARE PER IL LECCE

PERCHE' SAPPIAMO TUTTI CHE C'E' DA SPERARE ANCORA........ :roll:

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Murdock ha scritto:
GUARDA MAU HO GIA DETTO COSA PENSO DELLA SENTENZA

SEMPLICEMENTE SCHIFO


NN MI CI VOLEVA POI TANTO RIPETERE IL CONCETTO :wink:

MAU CE AMU FARE....ORA COME ORA CI TOCCA SOLO SPERARE PER IL LECCE

PERCHE' SAPPIAMO TUTTI CHE C'E' DA SPERARE ANCORA........ :roll:


Si hai ragione Marco il tempo ci dirà dove giocheremo, ma per adesso siamo di nuovo in A

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repubblica.it ha scritto:
IL COMMENTO
Una sentenza salva-sistema
nell'Italietta del compromesso
di GIUSEPPE D'AVANZO

LO SPETTACOLO evidentemente deve continuare. I centri di potere federale non vanno distrutti. Si trattiene la Juventus nel giro utile per i diritti televisivi e, con una squadra fortemente penalizzata, l'attenzione della tifoseria più numerosa d'Italia. Per il tribunale del calcio, la società bianconera si è liberata dei corruttori e ha mostrato di sapersi rapidamente rigenerare. Merita comprensione.

La serie B e non il baratro della C. Si condanna all'inferno Fiorentina e Lazio. È vero i viola - sostengono i giudici - hanno subito la violenza di un sistema a cui non volevano piegarsi. Ma, una volta piegati, hanno manipolato più gare. Nessuna comprensione. Si differenzia il Milan con una responsabilità meno grave.

Si discuterà per giorni se questa sia una sentenza giusta o troppo afflittiva o addirittura evanescente e tenue. Ma, sia detto con franchezza, il destino delle squadre non era l'unica posta in gioco in questo processo. La chiave più autentica di questo esito processuale la si rintraccia non solo nel futuro agonistico delle squadre (che, a ragione, è a cuore degli appassionati), ma nella sorte riservata ai dirigenti federali e agli arbitri coinvolti nella "corruzione strutturale" del mondo del pallone.

È utile ricordare brevemente qual era il quadro sottoposto al giudizio della commissione d'appello federale, presieduta per l'occasione da Cesare Ruperto. Lo si può tratteggiare con le parole e gli argomenti adoperati da Guido Rossi appena qualche giorno fa alla Camera. "L'aspetto più preoccupante del sistema calcio è la cattura e l'asservimento di parte dei vertici e degli organi di controllo della Figc e delle sue componenti più importanti come l'Associazione Italiana Arbitri".

Il cuore dello scandalo era dunque "la fortissima capacità di condizionamento e influenza" di alcuni soggetti su altri che avrebbero dovuto garantire, con la loro terzietà, campionati regolari, una corretta distribuzione delle risorse economiche-finanziarie, l'esistenza di meccanismi elettivi dei vertici federali realmente democratici.

Per farla breve, tutte le istituzioni di controllo e garanzia sono state compromesse dalla "corruzione strutturale" del sistema. Commissioni arbitrali, antidoping, organi inquirenti e tribunali sportivi. La perdita di indipendenza e terzietà dei vertici federali e degli organi di controllo, cioè di quei soggetti deputati a garantire le regole del gioco, è stata accompagnata dal venir meno di tutti i sistemi di controllo, anche esterni.

Se questo era il bubbone che bisognava incidere o eliminare, al di là della soluzione che salva in qualche modo lo spettacolo, credo che sia giusto chiedersi se la sentenza della Caf è coerente con l'obiettivo di ricostruire le garanzie del sistema e la trasparenza di un'istituzione con pene severamente afflittive per chi ha venduto la sua funzione. Da questo punto di vista, la sentenza è più o meno uno scandalo.

Franco Carraro ha guidato il calcio negli ultimi vent'anni. Questo calcio corrotto. Non importa qui sapere in quanti episodi neri è stato coinvolto. Qui conta dire che egli era consapevole che il gioco era truccato, in tutti i suoi aspetti. Dall'alto della Federazione e della Lega ha chiuso gli occhi sul traffico di passaporti falsi, di false fideiussioni. Ha iscritto al campionato società fallite. Ha retrocesso o recuperato squadre per via politica o governativa. Ha accettato le prepotenze intorno alla torta dei diritti televisivi. Quest'uomo, uno dei maggiori responsabili della catastrofe che si è abbattuta sul calcio italiano, per i giudici merita soltanto l'inibizione per 4 anni e 6 mesi. Senza radiazione.

Una sanzione analoga, dunque, alla pena che colpisce Diego Della Valle il quale, con ogni evidenza, ha subito, per così dire, la pressione estorsiva del sistema che lo ha costretto a venire a patti con chi lo governava. Non c'è coerenza. Né proporzione con la condanna inflitta ad Adriano Galliani, un anno.

Se appena ci si sposta dalle prime file alle seconde, a nomi magari meno luccicanti per il grosso pubblico, la cecità di questa sentenza è ancora più evidente. Pierluigi Pairetto truccava le designazioni degli arbitri. Vendeva la sua funzione. Se la cava con l'inibizione di 2 anni e 6 mesi. Tullio Lanese era il presidente degli arbitri. Era a conoscenza dei maneggi che agitavano la categoria delle giacche nere. Anche per lui 2 anni e 6 mesi. A gennaio del 2009 il signor Lanese uscirà dal purgatorio e, se lo vorrà, potrà trovare di nuovo un posticino sulla Grande Giostra. Massimo De Santis, l'arbitro furbissimo, che "si portava avanti con il lavoro", punendo con una settimana di anticipo gli avversari migliori della Juventus nella settimana successiva, paga pegno per 4 anni e 6 mesi. Nel gennaio 2011, se lo vorrà, potrà tornare in campo. Magari da direttore generale di una grande squadra che potrebbe ingaggiarlo proprio per i segretucci che conosce e per la sua capacità di maneggiare relazioni, contatti ed entrature.

Un bruttissimo spettacolo. Se mai ce ne fosse stato bisogno, il processo al calcio e la sentenza della Caf rafforzano il dubbio che l'ordinamento sportivo sia in grado di conservare con decoro le prerogative di istituzione separata.

Questa storia si risolve come sempre gli affari neri nell'Italietta del compromesso e della tolleranza, quell'Italietta che sa diventare feroce con i perdenti. Caduti nella polvere, Antonio Giraudo e Luciano Moggi - amministratore delegato e direttore generale della Juventus - pagano per tutti. Sono "stati ritenuti responsabili di un solo episodio di illecito sportivo, tuttavia - scrivono i giudici - l'illecito è caratterizzato da una condotta continuativa nel corso di tutto il campionato al fine di realizzare l'intento di procurare una vantaggio in classifica mediante il controllo diretto o indiretto della classe arbitrale". Per il tribunale, è un "fatto disciplinarmente più grave di quello si realizza mediante la condotta diretta all'alterazione dello svolgimento di un risultato di una singola partita".

Traduciamo. Giraudo e Moggi controllavano gli arbitri per avvantaggiare la Juventus e per questo pagano il prezzo più alto. Incomprensibile come non paghi lo stesso prezzo chi "continuativamente" si è lasciato controllare, chi ha chiuso gli occhi dei controllori, chi ha avuto la responsabilità di assicurare la correttezza dei controllati. La rete dei rapporti delle coppia bianconera era descritta con molti dettagli nelle conclusioni degli investigatori di Francesco Saverio Borrelli, ma quel lavoro "interpretativo" è stato per gran parte demolito o amputato . Giraudo e Moggi, capri espiatori, sono gli unici tesserati per i quali il "tribunale" chiede la radiazione.

Se Guido Rossi non riscriverà per intero le regole dell'organizzazione di questo gioco, il calcio rimarrà quello che è stato finora, quel che è in fondo il Paese. Un mondo condizionato dai conflitti di interesse, governato dalle consorterie, paralizzato dalle lobbies. Senza nessun sistema di controllo intermedio, nessun anticorpo fisiologico, flessibili controlli amministrativi. Sarà un mondo che ha escluso Giraudo e Moggi. Resterà il calcio degli eredi di Franco Carraro, di Pierluigi Pairetto, di Tullio Lanese, di Massimo De Santis.

(15 luglio 2006)

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IL COMMENTO
Una sentenza salva-sistema
nell'Italietta del compromesso
di GIUSEPPE D'AVANZO

LO SPETTACOLO evidentemente deve continuare. I centri di potere federale non vanno distrutti. Si trattiene la Juventus nel giro utile per i diritti televisivi e, con una squadra fortemente penalizzata, l'attenzione della tifoseria più numerosa d'Italia. Per il tribunale del calcio, la società bianconera si è liberata dei corruttori e ha mostrato di sapersi rapidamente rigenerare. Merita comprensione.

La serie B e non il baratro della C. Si condanna all'inferno Fiorentina e Lazio. È vero i viola - sostengono i giudici - hanno subito la violenza di un sistema a cui non volevano piegarsi. Ma, una volta piegati, hanno manipolato più gare. Nessuna comprensione. Si differenzia il Milan con una responsabilità meno grave.

Si discuterà per giorni se questa sia una sentenza giusta o troppo afflittiva o addirittura evanescente e tenue. Ma, sia detto con franchezza, il destino delle squadre non era l'unica posta in gioco in questo processo. La chiave più autentica di questo esito processuale la si rintraccia non solo nel futuro agonistico delle squadre (che, a ragione, è a cuore degli appassionati), ma nella sorte riservata ai dirigenti federali e agli arbitri coinvolti nella "corruzione strutturale" del mondo del pallone.

È utile ricordare brevemente qual era il quadro sottoposto al giudizio della commissione d'appello federale, presieduta per l'occasione da Cesare Ruperto. Lo si può tratteggiare con le parole e gli argomenti adoperati da Guido Rossi appena qualche giorno fa alla Camera. "L'aspetto più preoccupante del sistema calcio è la cattura e l'asservimento di parte dei vertici e degli organi di controllo della Figc e delle sue componenti più importanti come l'Associazione Italiana Arbitri".

Il cuore dello scandalo era dunque "la fortissima capacità di condizionamento e influenza" di alcuni soggetti su altri che avrebbero dovuto garantire, con la loro terzietà, campionati regolari, una corretta distribuzione delle risorse economiche-finanziarie, l'esistenza di meccanismi elettivi dei vertici federali realmente democratici.

Per farla breve, tutte le istituzioni di controllo e garanzia sono state compromesse dalla "corruzione strutturale" del sistema. Commissioni arbitrali, antidoping, organi inquirenti e tribunali sportivi. La perdita di indipendenza e terzietà dei vertici federali e degli organi di controllo, cioè di quei soggetti deputati a garantire le regole del gioco, è stata accompagnata dal venir meno di tutti i sistemi di controllo, anche esterni.

Se questo era il bubbone che bisognava incidere o eliminare, al di là della soluzione che salva in qualche modo lo spettacolo, credo che sia giusto chiedersi se la sentenza della Caf è coerente con l'obiettivo di ricostruire le garanzie del sistema e la trasparenza di un'istituzione con pene severamente afflittive per chi ha venduto la sua funzione. Da questo punto di vista, la sentenza è più o meno uno scandalo.

Franco Carraro ha guidato il calcio negli ultimi vent'anni. Questo calcio corrotto. Non importa qui sapere in quanti episodi neri è stato coinvolto. Qui conta dire che egli era consapevole che il gioco era truccato, in tutti i suoi aspetti. Dall'alto della Federazione e della Lega ha chiuso gli occhi sul traffico di passaporti falsi, di false fideiussioni. Ha iscritto al campionato società fallite. Ha retrocesso o recuperato squadre per via politica o governativa. Ha accettato le prepotenze intorno alla torta dei diritti televisivi. Quest'uomo, uno dei maggiori responsabili della catastrofe che si è abbattuta sul calcio italiano, per i giudici merita soltanto l'inibizione per 4 anni e 6 mesi. Senza radiazione.

Una sanzione analoga, dunque, alla pena che colpisce Diego Della Valle il quale, con ogni evidenza, ha subito, per così dire, la pressione estorsiva del sistema che lo ha costretto a venire a patti con chi lo governava. Non c'è coerenza. Né proporzione con la condanna inflitta ad Adriano Galliani, un anno.

Se appena ci si sposta dalle prime file alle seconde, a nomi magari meno luccicanti per il grosso pubblico, la cecità di questa sentenza è ancora più evidente. Pierluigi Pairetto truccava le designazioni degli arbitri. Vendeva la sua funzione. Se la cava con l'inibizione di 2 anni e 6 mesi. Tullio Lanese era il presidente degli arbitri. Era a conoscenza dei maneggi che agitavano la categoria delle giacche nere. Anche per lui 2 anni e 6 mesi. A gennaio del 2009 il signor Lanese uscirà dal purgatorio e, se lo vorrà, potrà trovare di nuovo un posticino sulla Grande Giostra. Massimo De Santis, l'arbitro furbissimo, che "si portava avanti con il lavoro", punendo con una settimana di anticipo gli avversari migliori della Juventus nella settimana successiva, paga pegno per 4 anni e 6 mesi. Nel gennaio 2011, se lo vorrà, potrà tornare in campo. Magari da direttore generale di una grande squadra che potrebbe ingaggiarlo proprio per i segretucci che conosce e per la sua capacità di maneggiare relazioni, contatti ed entrature.

Un bruttissimo spettacolo. Se mai ce ne fosse stato bisogno, il processo al calcio e la sentenza della Caf rafforzano il dubbio che l'ordinamento sportivo sia in grado di conservare con decoro le prerogative di istituzione separata.

Questa storia si risolve come sempre gli affari neri nell'Italietta del compromesso e della tolleranza, quell'Italietta che sa diventare feroce con i perdenti. Caduti nella polvere, Antonio Giraudo e Luciano Moggi - amministratore delegato e direttore generale della Juventus - pagano per tutti. Sono "stati ritenuti responsabili di un solo episodio di illecito sportivo, tuttavia - scrivono i giudici - l'illecito è caratterizzato da una condotta continuativa nel corso di tutto il campionato al fine di realizzare l'intento di procurare una vantaggio in classifica mediante il controllo diretto o indiretto della classe arbitrale". Per il tribunale, è un "fatto disciplinarmente più grave di quello si realizza mediante la condotta diretta all'alterazione dello svolgimento di un risultato di una singola partita".

Traduciamo. Giraudo e Moggi controllavano gli arbitri per avvantaggiare la Juventus e per questo pagano il prezzo più alto. Incomprensibile come non paghi lo stesso prezzo chi "continuativamente" si è lasciato controllare, chi ha chiuso gli occhi dei controllori, chi ha avuto la responsabilità di assicurare la correttezza dei controllati. La rete dei rapporti delle coppia bianconera era descritta con molti dettagli nelle conclusioni degli investigatori di Francesco Saverio Borrelli, ma quel lavoro "interpretativo" è stato per gran parte demolito o amputato . Giraudo e Moggi, capri espiatori, sono gli unici tesserati per i quali il "tribunale" chiede la radiazione.

Se Guido Rossi non riscriverà per intero le regole dell'organizzazione di questo gioco, il calcio rimarrà quello che è stato finora, quel che è in fondo il Paese. Un mondo condizionato dai conflitti di interesse, governato dalle consorterie, paralizzato dalle lobbies. Senza nessun sistema di controllo intermedio, nessun anticorpo fisiologico, flessibili controlli amministrativi. Sarà un mondo che ha escluso Giraudo e Moggi. Resterà il calcio degli eredi di Franco Carraro, di Pierluigi Pairetto, di Tullio Lanese, di Massimo De Santis.

Che dire, personalmente mi trovo perfettamente d'accordo con D'Avanzo, giornalista davvero con le palle(non è un caso che fosse pedinato dal Sismi per altre inchieste uscite in questi giorni). Troppi lati oscuri in questa sentenza che, personalmente, non mi soddisfa neanche un po', specialmente considerando il secondo grado. Il vero scandalo di questa sentenza è il Milan, condannato alla A con una penalizzazione ridicola, quando tutti sanno che a livello di potere era ALMENO al pari della Juve. I tempi erano brevi, d'accordo, però ci siamo dimostrati la solita repubblica delle banane. Che delusione.

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Azzo, l'abbiamo riportato insieme ;-)
Che tempismo...;-)

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Gobbo juventino serie B anche se ti è andata di lusso, ma a meno 30 face friddu ah, speriamo che marciscano un paio di anni.

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Non sò se essere contento o incazzato,mi spiego: con questa sentenza che ha punito le squadre con retrocessioni e penalizazioni il Mio Lecce è di nuovo in serie A è questo non può che farmi piacere,ma considerando le pene che sono state infilitte credo che siano state RIDICOLE,non si è voluto rupulire il calcio dal marcio che girava intorno a questo sport,non vi è stata nessuna RADIAZIONE,ma solo inibizione per svariati anni di personaggi che sono stati ''puniti'' solo per essere stati scoperti e non perchè hanno TRUFFATO,arbitri, manager direttori vari,calciatori si CALACIATORI! , perchè anche loro sti furfanti stra-pagati fanno parte della Associazione a Delinquere ed hanno contribuito a prendere per il *** il tifoso, indubbiamente i tempi erano ristrettissimi ed il lavoro dell'ufficio indagini (Borrelli),a mio parere è stato esemplare,ma come al solito siamo in Italia,non potevamo aspettarci di meglio.Credo che tra due o tre anni sarà ancora peggio...


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sempre deluso...
una pena lieve.
l'anno prossimo almeno una fra lazie e fiornetina torna sopra.
la lurdaria s punisce seriamente.

e poi nn capisco queste pene leggere ai vari arbitri e dirigenti federali.
cosa significa questa condanna lieve a i carraro, paieretto, de santis e altri ke nn menziono ora.
cosa deve fare uno per essere radiato???

m viene vermanete curiosità...

cmq mipemretto d commentare la sentenza visto ke nn sono ministro.
e dico ke hanno dato
nnu corpu alla utte e unu allu tampagnu.
da un lato hanno fatto vedere ke le sanzioni c sono state.
dall'altro invece sono stai clementi.


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Iscritto il: lun gen 23, 2006 10:39 pm
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Località: Lecce (Provincia)
Gara Lecce – Parma
Secondo quanto sostenuto nell’atto di deferimento, nei giorni precedenti
all’ultima giornata del campionato 2004/05, i contatti tra i dirigenti della
Fiorentina, il Mazzini ed il Bergamo si intensificarono ulteriormente a causa
della delicata posizione occupata in classifica dalla Fiorentina, che, per salvarsi
dalla retrocessione in serie B, doveva non solo superare il Brescia nella partita
casalinga, ma sperare anche in una particolare combinazione con i risultati delle
partite Bologna – Sampdoria e Parma – Lecce.
La combinazione auspicata si realizzò grazie all’impegno profuso dai
soggetti sopra citati, nonché per il decisivo contributo dell’arbitro De Santis,
designato appositamente per la partita Lecce - Parma.
Di tutto ciò, secondo la Procura federale, si troverebbe conferma nel
contenuto delle telefonate intercorse tra i protagonisti della vicenda al termine
della gara in esame.
De Santis, in particolare, nel corso di una conversazione con il Bergamo, lo
avrebbe rassicurato che tutto sarebbe andato per il verso giusto, aggiungendo di
aver provveduto ad indottrinare opportunamente anche l’assistente Alessandro
Griselli. La successiva telefonata, a gara ultimata, intercorsa tra il Mazzini e il De
Santis viene richiamata a conferma ulteriore del preordinato illecito sportivo
disegnato a favore della Fiorentina.
Il Procuratore Federale deferisce, pertanto, i Della Valle, il Mencucci, il
Mazzini, il Bergamo, il De Santis per illecito sportivo ex art. 6 commi 1 e 2
C.G.S. (capi nn. 59, 60, 61, 62, 63, 64), con conseguente responsabilità sia diretta
che oggettiva nonché presunta della società Fiorentina (capo n. 65).
Con l’aggravante di cui all’art. 6, comma 6, C.G.S. così come contestata.

Da questa parte di sentenza riguardo a quella partita il nostro lecce dovrebbe essere al sicuro :D


Per quanto riguarda lazio e fiorentina dicono di essere innocenti ma nella sentenza ci sono 4 5 partite per ognuna e non una sola quindi nessuna pietà vi tocca la B :twisted:

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CONTRO IL SISTEMA


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Ma sentendo tutti i dirigenti delle squadre punite, pericci nisciunu a fattu nienti, su tuti innocenti, ma li cacchi loru se l'anu fatti, ed è giusto che adesso paghino.

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