scusa compare, non te la prendere, ma stai parlando della Xmas a chi ha fatto parte del BSM e la storia la conosce da dentro.
senza bisogno di estrapolare, manipolare e infarinare...
te lo dico senza offesa: nun sai mancu de ce sta parli.
te lo dico anche perchè se mi vieni a parlare del MAS dopo l'8 settembre due sono le cose:o ritieni un ignorante me, o hai dimenticato di leggere qualche pagina di storia tu.
allora, in due parole
storia del MAS
il nome innanzitutto:
Motobarca Armata Svan
(Il grande D'Annunzio interpreterà la sigla con il motto "Memento Audere Semper" )
nascita, utilizzo e modifiche da assalto:
prima guerra mondiale.
i MAS hanno successo come assaltatori sperimentali.
vengono ricordati nel 1935 alla possibile alba della 2 guerra mondiale.
Lo stesso anno la neonata 1ª Flottiglia MAS (che diverrà la X^) è incaricata di organizzare i Mezzi d'Assalto della Regia Marina.
Nel 1936 l'Amm. Aimone di Savoia-Aosta inventa gli MTM (Motoscafi da Turismo Modificati), dei barchini veloci con la prua imbottita da 300Kg di esplosivo. Il pilota si lancia ad una velocità di 30 nodi verso il bersaglio, eiettandosi poco prima della collisione assieme ad un galleggiante. Lo scafo, al contatto con la fiancata, è tagliato in due da piccole cariche esplosive. Ad otto metri di profondità detona quella principale.
Nel marzo del 1941 La 1ª Flottiglia MAS diviene la Xª Flottiglia MAS, un'organizzazione segreta destinata a sperimentare ed usare le nuove armi d'assalto, con Borghese al comando dei mezzi subacquei. Il nome è scelto nel ricordo della Decima Legione, prediletta dall'imperatore Giulio Cesare.
Dopo il disastro di Malta, del quale solo NEGLI ANNI 70 si saprà la verità, il culmine della gloria viene raggiunto il 18 dicembre 1941 nel porto di Alessandria; l'impiego degli SLC porta al serio danneggiamento della petroliera "Sagona" e di due importanti corazzate, la "Valiant" e la "Queen Elizabeth". I danni impediranno alle navi di rivedere il mare prima della fine del conflitto. Lo stesso
Churchill affermerà : "L' Inghilterra ha perso, con la perdita delle navi affondate, la supremazia della flotta in Mediterraneo; prepariamoci a subirne le conseguenze".
Il 1° maggio 1943 Junio Valerio Borghese assume il comando dell'intera Xª Flottiglia MAS.
Poi arriva il tragico 8 settembre 1943. Se l'armistizio porta le forze armate terrestri ed aeree italiane allo sbando più totale.
per la Marina la cosa è diversa.
LEGGI BENE PELLEGROTTO:
Le navi da battaglia, gli incrociatori, il grosso della flotta è ancora in piena efficienza. E queste navi si consegnano senza combattere ad un avversario divenuto improvvisamente amico. È una resa senza condizioni, mascherata col nome di armistizio. Una bella figura di marinaio, il comandante Carlo Fecia di Cossato, si ucciderà per questo, lasciando in una lettera alla madre, testimonianza di sentimenti condivisi da moltissimi altri marinai. I tedeschi intanto calano dal nord, catturano e disarmano intere divisioni rimaste senza ordini, occupano di fatto l'Italia. Nelle basi della Decima tutto rimane normale. Il comandante Borghese apprende casualmente dell'armistizio. Dopo aver cercato invano ordini, ed aver superato una gravissima crisi morale, decide che continuerà a combattere a fianco dell'alleato tedesco, e con i colori italiani.
Quando la Kriegsmarine lo contatta, egli offre la propria alleanza alle sue condizioni e la ottiene con un trattato, siglato il 14 settembre, che permette alla Decima di continuare a combattere al fianco della Germania battendo bandiera italiana, con le proprie uniformi, con propria disciplina ed una relativa, ma ampia, autonomia.
Questo ancora prima che si potesse pensare alla nascita della Repubblica Sociale Italiana.
Borghese in quei primi giorni non pensa ad altro che a ricostruire il piccolo reparto d'assalto capace, con pochi mezzi, di colpire duro.
LEGGI ANCORA BENE PELLEGROTTO:
Accade però qualcosa che lo costringe a rivedere i suoi piani. A La Spezia affluiscono sempre più numerosi volontari per arruolarsi. La fama della formazione, il suo desiderio di combattere per l'onore d'Italia, senza marchi e neppure sponsor politici, fanno in modo che in poco tempo tutte le scuole per le varie specialità navali siano di nuovo attive. Intanto arriva anche buona parte del battaglione Nuotatori Paracadutisti: è una forza d'elité della Marina, madre degli attuali incursori ed allora paragonabile forse solo all' SBS britannico.
La Decima diventa [u]anche una forza terrestre.[/u]
Questo successo e l'autonomia di Borghese (conviene sottolinearlo, la formazione da lui comandata è ufficialmente alleata della Kriegsmarine, quasi fosse una nazione sovrana), proprio mentre la RSI cerca di racimolare uomini per le sue Forze Armate, portano ad una serie di scontri e tentativi di inglobamento.
Gli uomini della Decima si sentono dei rivoluzionari, e vi si oppongono sfiorando il colpo di stato. Lo stesso Borghese è arrestato a Brescia, nel febbraio del 1944; ma dopo pochi giorni è rilasciato, e la sua Decima può cominciare la seconda fase di espansione. Ma perchè la Decima è rivoluzionaria? Gli uomini che vi sono accorsi si danno delle regole semplici. Sono lì per l'onore, e coscienti per la gran parte di combattere una guerra persa. Ma vogliono perderla bene, e rinunciando a molti orpelli propri della tradizione militare. Una sola divisa per ogni occasione, ed uguale per tutti, come uguale per tutti è il cibo. Promozioni, solo per merito di guerra. Disciplina autoimposta ma semplice: chi diserta, ruba, saccheggia o commette violenza è passato per le armi. In quei primi mesi l'atmosfera nei battaglioni e nei reparti ricorda molto quella dei soviet, o dei kibbutz.
LEGGI QUI PELLEGROTTO:
gli scopi della Decima Flottiglia M.A.S. dopo l'8 settembre.
Borghese ha scelto di rimanere in armi non tanto per favorire l'alleato tedesco, ma per difendere l'Onore d'Italia di fronte al tradimento perpetrato dal Re Vittorio Emanuele III e dal suo stato maggiore nei confronti degli accordi presi. Così scriverà lo stesso Borghese ripensando alla sua scelta : "In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere, di vivere o di morire; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa ed il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo."
Sono finiti i tempi del "vincere e vinceremo", questo lo sanno tutti, ma i volontari vedono nella Decima il mezzo per riscattare il proprio paese dalla vergogna, andando al fronte a combattere contro quelli che per 3 anni sono stati i nemici, e lo devono rimanere, pur nella consapevolezza che la vittoria è oramai un lontano miraggio.
Lo stesso Eisenhower darà ragione a questi uomini scrivendo dopo la fine del conflitto : "La resa dell'Italia fu uno sporco affare. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l'Italia è la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato solo in parte dal sacrificio dei combattenti della R.S.I.."