Di Fusco: "Qui per far crescere i nuovi guardiani del Lecce" Arrivato in punta di piedi a Villaconvento, Raffaele Di Fusco si presenta con umiltà e competenza nel ruolo di preparatore dei portieri del vivaio giallorosso.
Dagli scudetti vinti da portiere con il Napoli di Diego Armando Maradona sino a preparare nelle giovanili i baby portieri giallorossi. Di Fusco, nato a Riardo 51 anni fa, parla serenamente a tutto campo in esclusiva a Pianeta Lecce.
Dopo aver iniziato la propria carriera di preparatore dei portieri nelle giovanili del Napoli e le avventure nelle varie prime squadre di Napoli, Siena, Pro Patria, Messina e Pro Patria, come vive il ritorno ad operare nel vivaio con il Lecce?
“E' una nuova esperienza ed è bella comunque. C'è un buon materiale su cui poter lavorare ed una buona organizzazione. Speriamo di poter tirare fuori qualcosa di buono. Partiamo già comunque dal nostro primo portiere Bleve ('95), che si è affacciato in prima squadra e sta facendo nuovi progressi”.
Cosa cambia nella preparazione di un portiere nelle giovanili che si presenta in una squadra, come la Berretti di Toma, con il modulo del 4-2-4?
“Il cambio sta tutto nel punto di vista tattico. Un conto è giocare con una difesa a 3 ed un altro è schierare la linea difensiva a 4. Quindi il portiere, dovendo comandare la difesa, ha delle disposizione diverse. Dal punto di vista tattico il movimento in verticale o in orizzontale si accentua un po' di più. Poi dipende da partita in partita. Va letto l'incontro a secondo della linea difensiva”.
Il vivaio del Lecce negli anni scorsi ha lanciato portieri in prima squadra come Rosati, Petrachi e Gabrieli. Ora lei è chiamato a preparare nella scuola dei portieri baby come Bleve, Chironi e Greco...
“Ho citato solo Bleve, perchè si è proposto nell'orbita della prima squadra. Ma al momento non mi sembra giusto citare altri nomi. Penso che in tutte le varie fasce giovanili vi sono dei buoni elementi. Innanzitutto sono dei bravi ragazzi, che si impegnano tutti quanti. E' questo è importante, perchè regala dei grandi margini di miglioramento. Penso che abbiamo dei ragazzi veramente validi. I nomi non vorrei farli, perchè così quelli citati non si montano la testa e gli altri non si demoralizzano”.
Quanto pesa per un portiere non montarsi la testa?
“La prima cosa che dico a loro è che il portiere è un ruolo che deve essere il più equilibrato in assoluto rispetto agli altri giocatori. O prende gol o para un rigore: il portiere deve predisporre di quell'equilibrio mentale che è primario. Il fattore psicologico è importante. Un portiere, quando entra in campo, deve essere consapevole di essere forte. Deve affrontare la partire ed essere sicuro di quello che fa. Sicuramente deve essere dotato di una grossa autostima”.
Da portiere ha vinto diversi scudetti nel Napoli di Maradona ed anche un esordio da giocatore... Chi meglio di lei può insegnare calcio, contando su un bagaglio tecnico arricchito dall'aver avuto compagni di squadra ed avversari importanti?
“Quando hai a che fare con giocatori fuoriclasse hai tanto da imperare. Quei pochi stranieri che vi erano allora Maradona, Careca, Alemao, Rummenigge, Zico, Batistuta hanno insegnato tanto a tutti. Basta pensare che all'ombra di Maradona sono cresciuti in quel ruolo Zola e Benny Carbone”.
E' anche un ingegnoso: ha ideato e brevettato il deviatore di traiettoria. Ce lo spiega?
“Il deviatore l'ho ideato e sperimentato a Siena. Il primo a sperimentarlo è stato Manninger nel suo recupero dopo l'infortunio. Il primo ad acquistarlo fu proprio la Juventus, quando in quel periodo Buffon era reduce da un infortunio. Parliamo di un attrezzo che lavora sui tempi di reazione: forza esplosiva, reattività e propositività della parte superiore del corpo. L'ho pensato a Napoli e mi venne in mente questa soluzione. Il deviatore viene usato tra il preparatore che calcia ed il portiere in porta. Si compone di 6 tubi che garantiscono un angolo di deviazione variabile: più largo è l'angolo e più la deviazione è netta. Può essere usato da ogni distanza. Ora lo usano squadre italiane di A e B, oltre che in Europa ed addirittura negli Emirati Arabi”.
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