in tutta la questione abbiamo poi dimenticato la fondamentale parola: priorità
la priorità di sostenere i propri colori, motivo per cui in tanti hanno addirittura cambiato residenza

no.non ci sono affatto dentro.
solo che mi sono sforzato di capire certe dinamiche.
capire non vuol dire condividere o giustificare. ma ragionare obiettivamente su chi mi circonda.
a volte combacia a volte no.

l'ultras anni 80 ormai non esiste più. la zona genuina e franca di prima non è più spontanea nè a compartimento stagno.
adesso esistono le scelte.
non dico non esista più l'ignoranza; ma questa è stata sostituita da controinformazione o indottrinamento.a seconda che il fine fosse reazionario o politico.

se sei un abitante della val di susa contrario alla tav, è probabile che tu segua la tua squadra, ma che nessuno ti impedisca allo stesso tempo di essere uhn individuo che va a dimostrare il suo dissenso, senza essere ingabbiato ed etichettato in una sola definizione di chi ha diritto di vivere solo quando deve essere un numero che va allo stadio a sbandierare. chi si ribella, ormai, lo fa soprattutto fuori dallo stadio. la partita diventa quasi relativa.
spero tu percepisca che ti voglio dire....

la tua domanda dovrebbe essere più che altro posta al contrario.
che senso ha un ultras nella vita allo stadio?
linee di pensiero varie, eventuali ed infinite...
forse l'unica prospettiva che piace a tutti è quella romantica.che unisce il "cosa vorrei essere" al "cosa sono".
scusa l'eventuale ermeticità.ma so che sei intelligente.

ho capito perfettamente il ragionamento ma lo condivido fino a un certo punto

comunque ragazzi...valutando solo l'esserlo...
a tifo e Curva una cosa è certa. anche ora che siamo ai minimi storici, ma come disse qualcuno "allu squagghiare..."...
condivisibile o meno.giusto o no che sia...
....molte molte molte altre curve, al cospetto della nostra, possono solo fare silenzio per non sprofondare ulteriormente nella cacca che le inabissa da noi.

di questa nostra curva nord, simpatica o antipatica, talebana etc... una cosa è certa. che ce ne possiamo andare ovunque, anche senza entrare, ma a testa alta.
gli altri magari ovunque entrano...ma a 90 gradi.
e con la curva tantissimi semplici tifosi che non si sono piegati e che ogni domenica seguono ovunque il lecce da lecce e qualsiasi parte d'italia



bah! mitics...che dirti...a volte una priorità sacrifica l'altra.
sicuramente mi sarebbe piaciuto rivedere vecchi amici, ma non ho mai fatto FB fin'ora...figurate se me fazzu la tessera.

perfettamente d'accordo
infatti la questione su cui stiamo dibattendo è quale/quali priorità sacrificare, evolvendo anche in questa considerazione con il mutare delle situazioni

Comunque un dato di fatto è certo: ad oggi, a parte pochissime eccezioni, quasi tutte le curve si sono tesserate (gli ultimi in ordine di tempo i genoani). Le altre saranno destinate a morire. Ha vinto il sassofonista, c'é poco da (ri)dire.

ma questo era preventivabile dal primo istante!

credo che alla fine abbiano fatto tutti delle grandi riflessioni prima di scegliere di tesserarsi e non è un caso che i gruppi storici si sono sciolti e hanno lasciato le redini in mano agli ultras 2.0 tesserati e inquadrati.
Riallacciandomi al discorso - pensiero di 1985, credo anch'io che l'essere ultras (nell'aspetto semantico e romantico del termine) in questo calcio moderno comincia ad avere poco senso o meglio si è passati dall'essere ultras all'essere qualcos'altro.
Tutto cambia, si tratta solo di adeguarsi ai tempi, se si ha ancora voglia di seguire questa cosa che continuano a chiamare calcio.

Condivido, e non potrebbe essere altrimenti, l'opinione di 1985 che ha sintetizzato correttamente lo stato delle cose.
Quel che è evidente, quel che è innegabile è che in atto un disegno preciso,funzionale ad agevolare la trasformazione del calcio da contenitore di passione a strumento di business commerciale.
Nella nuova idea di calcio come prodotto commerciale, non vi è evidentemente spazio per quella componente abbarbicata e tenacemente ancorata a concetti tanto antichi quanto ritenuti superflui e negletti dai nuovi padroni del vapore.
Si è evidentemente deciso di espellere fisicamente dagli stadi,con ogni mezzo, lecito o illecito, trasparente o subdolo, proprio quella componente e,con essa, tutto ciò che restava di autentico e di genuino e tutto ciò che restava della parola "passione".
Siamo arrivati al bivio: o si rinnega ciò che si è e si decide di sottostare a quello che è nient'altro che un volgare ricatto oppure si decide di "morire" in piedi.
I ragazzi della curva nord di Lecce (dinanzi alla quale molti altri curvaioli d'italia possono solo togliersi il cappello) hanno evidentemente optato per la seconda opzione e personalmente ritengo che sia una scelta che tutti dobbiamo rispettare: è una scelta di dignità, è una scelta che segnala l'impossibilità "biologica" di abdicare a valori e sentimenti di cui si è stati e si è alfieri da decenni.
Se si è fatti in un certo modo, non si cambia perchè lo dice una circolare ministeriale.
con la morte nel cuore e con le lacrime agli occhi,almeno per come la vedo io che quel mondo fatto di colore,calore, passione, fumogeni,tonsille gonfie e voci rauche l'ho sempre adorato.
per tutti gli altri,anche per chi crede che sia sufficiente "mutar pelle" per sopravvivere alla tempesta perfetta, è solo questione di tempo: al gobbendus stadium un biglietto per il settore ospiti costa già oggi 50 euro.
In Inghilterra la working class è stata già espulsa dagli stadi (ma gli "hooligans" sono vivi e vegeti, non dentro lo stadio ma appena fuori), gradualmente accadrà la stessa cosa da noi.
e' solo questione di tempo ed il tempo non è dalla parte dei tifosi.
Parafarasando un detto "Non sono tempi per uomini, non siamo fatti per questi tempi adatti soltanto a puttxxe, voltagabbana e gnomi".

tutti belli i discorsi.
ma io mi concentro su un altro aspetto, che mi fa girare le palle.
tutte le questure stanno usando la stessa motivazione e le medesime parole per giustificare i daspo per chi non è in possesso di tessera.
io lo trovo abnorme.
dal ministero degli interni è partita una circolare che impone questa prassi.
questo è assurdo!!!!!!!
vi rendete conto che possono fare una circolare per vietare qualsiasi cosa?? nell'indifferenza di tutti o nella migliore delle ipotesi avallata dalla stampa......

Questo a me non risulta, anzi....Tutti sono rimasti al loro posto. Semplicemente, dopo tante belle parole sparate al vento, si sono adeguate.

Ma ci sa ribellare? Lu milanista? Lu pescarese? Lu bolognese? Loro sanu paratu lu c*lu e, il messaggio che sta passando in queste ore, è che chi non vuole tesserarsi e prende le diffide è nu cugg*iune.

non mi riferivo alle curve, ma al popolo bue.
e tie moi me rispundi ca suntu boi puru le curve, ce cristuiddiu ta spittare te li cristiani??
taggiu sparagnatu nu post......

me l'ha sparagnatu puru a mie lu post.
niente, la gente non si rende conto di essere controllata,spiata,eterodiretta (nu bbete na parlaccia omofobica, eh, sia mai, de sti tiempi meglio precisare!!!),presa per il c.., indottrinata e pilotata dalle tv.
Peraltro, non ci si indigna per un cerano che ci uccide e per una ilva che ci ha uccisi per mezzo secolo, figurati se qualcuno si accorge che è una bestemmia limitare la libertà di movimento delle persone nel territorio nazionale con una fottutissima circolare, introducendo peraltro discriminazioni a seconda di quale sia il luogo di residenza.
Come a dire che hanno preso la carta costituzionale e l'hanno usata come carta igienica.

Le battaglie si possono perdere, l’importante è averle combattute. Suona forse un po’ banale ma in questo momento calza a pennello. Sono tre anni che giriamo l’Italia dicendo “no alla tessera del tifoso”, dentro e fuori gli stadi, senza saltare una trasferta, affrontando le normative sempre più repressive e le vittorie sul piano legale di chi sta tessera l’ha sempre combattuta.

Ora siamo arrivati ad una svolta, dovuta a due fattori,da un lato la Lega Pro ha adottato un sistema chiamato “Supporter card” che è molto più simile alla Away-card (possibile solo in serie A e B ) che al progetto originario della tessera, dall’altro c’è stata una stretta repressiva importante, dovuta ad una sentenza del Consiglio di Stato di poche settimane fa, che ha reso legittimi i DASPO per chi si presenta in trasferta senza tessera, che si abbia o no il biglietto per lo stadio. A questo punto siamo stati costretti a guardarci in faccia e a cercare di capire se e quanto fosse possibile per noi andare avanti come abbiamo fatto finora. Ogni realtà, a seconda delle proprie possibilità, numeriche e di forza, è stata costretta a prendere la propria strada. C’è chi non parte più, c’è chi parte lo stesso senza Supporter-Away card, c’è chi, per portare avanti il proprio modo di essere, ha deciso di sottoscriverla. Noi nostro malgrado abbiamo dovuto prendere questa ultima scelta, per non sparire, per non chiudere, perchè sentiamo di poter dare ancora tanto, nonostante tutto a modo nostro! E soprattutto perchè sentiamo di essere rimasti quasi da soli a Perugia a portare avanti un certo modo di vivere lo stadio e la curva, senza compromessi, senza interessi, senza smanie di protagonismo o di potere, ma mettendo il bene del Grifo e del gruppo sempre davanti a tutto, con la chiarezza e la trasparenza che ci ha sempre contraddistinto, con la voglia di continuare a essere ultras, pagando le nostre conseguenze, ma con la nostra faccia, a testa alta. Davanti a questa considerazione non ce la siamo sentita di lasciarla la nostra curva, perchè speriamo che da questa scelta possa crescere una generazione che riporti la curva nord in alto, non a livello di numeri, ma a livello ultras. Ci troviamo costretti a dover dire che si, questa battaglia l’abbiamo persa, ma siccome la guerra contro chi vorrebbe vederci morti vogliamo continuare a combatterla, abbiamo scelto di continuare a esserci. Non ci vergogniamo di nulla, non rinneghiamo una sola parola, un solo coro, una sola azione, spesa contro questo strumento, che continuiamo a credere sia una delle forme repressive più avanzate di questo paese. Ma siamo “tignosi”, arrenderci non è nelle nostre corde, e allora andiamo avanti, a testa alta perchè NOI possiamo permetterci di farlo, perchè il nostro gruppo, la nostra squadra, il nostro modo di essere ultras non lo abbiamo mai tradito e non lo abbiamo mai venduto, non cominceremo di certo adesso. Il prezzo da pagare è alto, ma è il prezzo per continuare a resistere, e allora siamo disposti a pagarlo, con nel cuore l’amarezza per non essere riusciti ad andare più avanti di così, ma con la soddisfazione di avere avuto la lucidità di capirlo. Rimane il massimo rispetto, e forse una punta d’invidia per le condizioni che glielo permettono, per tutti coloro che riescono ancora a lottare, in ogni modo, contro questo strumento. E rimane tutto quello che siamo stati finora, questa scelta non cambia il nostro modo di vivere lo stadio e il gruppo, che è sempre quello, da quasi 25 anni. Con tutto l’odio possibile, ci vediamo in giro. OSTINATAMENTE INGRIFATI, OSTINATAMENTE ULTRAS.