Per chi ha voglia di farsi le vacanze insieme alla squadra e per la squadra stessa, eccovi alcune notizie sui luoghi scelti per il ritiro e per gli allenamenti:
Saint-Vincent (in patois locale, Sèn-Veuncein; Finze nella variante Töitschu della lingua walser, dal 1939 al 1945 San Vincenzo della Fonte) è un comune italiano di 4.689 abitanti della Valle d'Aosta. La località possiede importanti resti romani, come il ponte sul torrente Cillian, lungo la via delle Gallie, e la grande chiesa romanica del XII secolo. Di epoca preromanica la cripta di Saint-Vincent. La chiesa parrocchiale, secondo l'autorevole parere di Alfredo d'Andrade, sarebbe stata una chiesa fortificata durante il medioevo e ne mostrerebbe ancora traccia. Saint-Vincent è diventata famosa dalla seconda metà del XIX secolo per la presenza della fonte termale scoperta da Jean-Baptiste Perret nel 1770. Dalle parti del Casinò de la Vallée si può ancora ammirare l'imponente edificio in stile Belle époque del Grand Hotel Billia, negli anni cinquanta e sessanta centro di attrazione turistica di Saint-Vincent grazie anche alla rinomanza delle terme, un tempo sede del Casinò, e tutt'oggi hotel di lusso.
Montjovet è situato nella bassa Valle d'Aosta, deve la propria toponimia ai Romani, Mons Jovis, il monte di Giove, alla cui divinità avevano dedicato un tempio.
La leggenda di Giove Il tempio di Giove doveva essere situato a Barmas dove l'immagine del re degli Dei sembra essere fissata nella roccia. La leggenda narra infatti che Giove approfittasse della sua onnipotenza per terrorizzare gli abitanti del vallone di Petit-Monde ostruendo con enormi sassi il defluire delle acque del fiume, schiacciando i viandanti, o sradicando il villaggio di Rodoz (pron. "Rodò") per spostarlo sull'orlo del burrone. A porre fine allo strapotere ci penso Dio inviando sulla terra due angeli che, messo alle corde il prepotente, non gli lasciarono scampo alla vendetta divina che lo schiacciò contro la roccia sulla quale si sarebbe impressa la sua immagine. Monumenti e luoghi di interesse I resti della via delle Gallie, di epoca romana, si possono ammirare per un tratto sopraelevato rispetto alla SS. 26 in località Vervaz, ma maggiormente suggestivo è il tratto scavato nella roccia lungo la SS 26 che espone una tomba di epoca romana, in località Champérioux. Altri resti di via romana si rintracciano in località Toffo e località Barma. Nel borgo sorge una casa cinquecentesca con portale gotico e un'altra casa con torre del 1643. Di interesse anche la chiesa romanica. Nei pressi del paese, su due promontori differenti, si trovano il castello di Saint-Germain, risalente al X secolo, restaurato in seguito e cinto di bastioni nel XV secolo, e la Tour Chenal.
In questo comune si gioca sia a palet che a tsan, caratteristici sport tradizionali valdostani.
Per chi vuole gustare prodotti tipici eccovi un menù completo;
vini
Valle d'Aosta Blanc de Morgex et de La Salle Vallée d'Aoste Muscat de Chambave Valle d'Aosta Enfer d'Arvier Valle d'Aosta Torrette
Antipasti
Dzambon, che può indicare sia lo Jambon de Bosses o il prosciutto alla brace ("Jambon à la braise") di Saint-Oyen oppure il Prosciutto di Saint Marcel; Motsetta (carne essiccata) di stambecco o di camoscio; Saouceusses (salsicce); Boudins, salsicce di maiale con varie spezie e barbabietola rossa; Prosciutto di Saint Marcel;
Primi
Chnéfflene, bottoncini di pastella (farina, acqua, latte, uovo) cotti in acqua bollente e conditi con fonduta, panna e speck oppure cipolla brasata; Chnolle, gnocchetti di farina di mais, piatto tipico walser dell'alta valle del Lys (Gressoney-Saint-Jean), da mangiare in un brodo di carne di maiale; La Pèilà, una minestra di farina di segale e di frumento, con pane, fontina e burro. Secondo il dottor César Grappein di Cogne, suo inventore, questa zuppa ha virtù curative; La Polenta; Riso e castagne con latte; Riso e fontina; Seupetta à la valpelleunèntse, conosciuta soprattutto con la denominazione francese Soupe à la valpelleneintse (che in italiano significa "Zuppa della Valpelline"), è uno dei piatti valdostani più famosi, a base di pane nero, cavoli e fontina; Seuppa à la cognèntse, la zuppa alla cognèntse, originaria cioè di Cogne, variante della soupe à la valpelleneintse, con riso; Seuppa de l'âno ("Zuppa dell'asino"), localmente chiamata anche Seuppa frèide ("Zuppa fredda"), con pane nero a fette e vino rosso zuccherato, molto facile da preparare, fortificante e inebriante al tempo stesso; Soça, una minestra di fagioli con cipolla e spezie, patate, lardo affumicato e saouceusses rosolate; La Puarò, minestra di porri; La Favò (in grafia BREL, Favò), minestra di fave originaria di Ozein, villaggio di Aymavilles. La Sorsa una zuppa densa preparata con brodo, pane nero, patate, fagioli, fagiolini, carote, pere e mele. La Tartiflette, piatto tipico dell'Alta Savoia che si è integrato nella cucina dell'area intorno al Monte Bianco.
Verdure
Dent de lion, chiamata anche pissenlit o salade des prés (= "insalata dei prati"), è la prima cicoria che spunta a primavera; Fiori di zucca, piatto tradizionale di Bard per la festa patronale di Maria Assunta, il 15 agosto; Patate; Il Plat de l'évêque (in italiano, "Piatto del vescovo"), tipico di Verrayes, preparato per la festa di San Martino (11 novembre), a base di pere Martin Sec (in dialetto valdostano Marteun Seque), rape, patate, burro, cipolle, toma o fontina stagionata
Secondi
Bouilli à la saumure, un bollito di carne salata, che è possibile trovare dai macellai valdostani in autunno e in inverno, con salsicce e patate; La Carbonade, antico piatto tipico delle Alpi occidentali, diffuso anche nel sud-est della Francia, a base di carne bovina salata per 12 giorni e cotta lentamente con aglio e lardo affumicato sotto sale. Si aggiunge quindi una salsa di vino bianco secco, un uovo, farina, cannella, chiodi di garofano, pepe e noce moscata. Oggi si prepara anche con il vino rosso; Civet di selvaggina; Cotoletta di vitello alla valdostana, con fontina e uova, fritta nel burro; Fricandeau, una noce di vitello a pezzetti con cipolla, rosmarino, erbe aromatiche e vino bianco. Da mangiare con la polenta; Trota al burro; Truite au bleu, trota bollita, da servire con olio, limone e patate; Crêpes alla valdostana, con fontina e prosciutto; Omelette alle ortiche
Formaggi
Bleu d'Aoste, formaggio a pasta erborinata; Brossa, il burro che si ottiene dal grasso di scrematura del latte appena munto, delizioso con il pane di segale; Séràs, prodotto latticino derivato del latte intero, dopo l'estrazione della fontina, tipico della bassa Valle d'Aosta; Fonduta; Réblec, formaggio fresco e grasso di latte intero, da mangiare con sale e pepe o con lo zucchero; Salignon, formaggio a pasta semi-cruda, prodotto nella bassa Valle d'Aosta, tra Hône e il Canavese, da mangiare con la Miasse, la crosta della polenta; Toma, in particolare quella di Gressoney Tra i formaggi antichi, lo storico Jean-Baptiste de Tillier ricorda anche il Cittrun, il Grisen, il Saint-Barthélemy, il Muney e il Layet.
Dolci
Blanc-manger, un budino di cioccolato di origine savoiarda; Brochat, latte appena munto con vino rosso e molto zucchero; Creinchein (a volte ortografato Crinchin), tipico della Valdigne, dolce zuccherato al burro; Fiandolein, dal verbo fian-é ("Scuotere leggermente", in patois valdostano), a base di uova, latte, zucchero, rum e scorza di limone; Flantse, preparata in un forno comune una volta all'anno, con zucca e pane. Gioia per i più piccoli, la flantse è sempre fatta con disegni o simboli religiosi; Il miele, molto saporito se di alpeggio, nella bassa Valle d'Aosta soprattutto di castagne; Le Tegole valdostane, gallette di pasta di mandorle; I Torcetti, biscotti di pasta dolce al burro con zucchero o miele, tipici di Saint-Vincent; Gâteau d'Arey; Rhotia, a base di uova, zucchero, vino bianco, grappa, cannella e pane; Mécoulin, pane dolce tipico di Cogne; Micóoula, pane dolce tipico di Hône; La Marronade de Verrayes
Frutta[
Pere Martin sec, una varietà di piccola taglia, da mangiare sciroppate dopo averle cotte nel vino; Mele Renette; Castagne
Liquori
Coppa dell'amicizia, spesso usata per bere il Caffè alla valdostana. Grappa, ottenuta per distillazione di vinaccia tra novembre e dicembre; Café à la cogneintse, chiamato anche "Café à la valdôtaine" (Caffè alla valdostana), preparato per infusione diretta con acquavite, zucchero, scorza di limone, poi avvicinato a una fiamma, l'alcool brucia e caramella lo zucchero sul bordo della coppa. Da bere a turno ("À la ronde") nella coppa dell'amicizia senza appoggiarla sul tavolo prima che sia finita;
Proverbi
Lait sur vin, c'est venin ; vin sur lait c'est souhait (« Latte sul vino, è veleno; vino sul latte, è da augurare »). Sul formaggio fresco: Lo fromadzo frëque l'at trèi vertu: toute la fam, la sèi, é lave lé dèi
(« Il formaggio fresco ha tre virtù: leva la fame, la sete, e lava i denti »). Estratto di una chanson à boire tipica: À la santé de Noé,
Patriarche digne
Qui fut le premier à planter
L'arbre de la vigne
Noé, qui redoutait de l'eau,
Se bâtit un grand bateau,
Qui fut son, son, son
Qui fut re, re, re
Qui fut son, qui fut re
Qui fut son refuge au temps du déluge.
Buon divertimento
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